Il primo ad intervenire è stato Ciccio Ferrara di Sinistra italiana. Annunciando un’interrogazione parlamentare sul caso dell’autorizzazione all’export di un sistema di monitoraggio delle comunicazioni al Consiglio di difesa egiziano, concessa dall’Autorità del ministero dello Sviluppo economico (Mise) alla società varesina Area Spa e rivelata da ilfattoquotidiano.it . Ora è la volta di Adriana Galgano di Scelta civica (Sc) che sulla vicenda è già passata ai fatti. Con un’ulteriore interrogazione al Mise e al ministero degli Esteri che trae spunto proprio dall’articolo del nostro giornale e che è già stata depositata a Montecitorio. Per chiedere conto al governo delle ragioni del “radicale cambio di indirizzo dell’Autorità, dalla revoca dell’autorizzazione ad Hacking Team” – una globale in 46 Paesi per il software Rcs Galileo, tra i quali l’Egitto, stoppata il 31 marzo – “al rilascio della concessione ad Area spa”, il 13 giugno scorso. Il tutto “in un lasso di tempo così ristretto e senza che siano intervenute nel frattempo sostanziali novità sul caso Regeni che ancora rimane irrisolto”.
INDIETRO TUTTA – Una vicenda, scrive la Galgano, che “desta stupore”. Non solo perché i prodotti “venduti dalle due società Hacking Team e Area spa”, sebbene diversi, sono “assimilabili per funzioni”, sottolinea la parlamentare di Sc. Ma anche perché “l’utilizzatore finale è sempre lo stesso: il Consiglio nazionale di difesa egiziano, istituito nel 2012 dopo la ‘primavera araba’ che portò alla destituzione dell’ex presidente Hosni Mubarak e balzato nei mesi scorsi agli onori delle cronache per la vicenda del giovane ricercatore, Giulio Regeni, scomparso il 25 gennaio scorso e ritrovato cadavere il 3 febbraio nei pressi de Il Cairo con evidenti segni di tortura”. Ma non è tutto. “Nel rilascio dell’autorizzazione”, gli uffici competenti del Mise “sono tenuti a considerare con la massima attenzione il rispetto dei diritti umani”, ricorda la Galgano. Eppure in Egitto, stando ai dati di Amnesty International, “solo nel 2015 sono stati riscontati 1.176 casi di tortura, 500 dei quali con esito mortale”. La scelta di porre il medesimo quesito sia al Mise, cui l’Autorità fa capo, che al ministero degli Esteri non è casuale. L’autorizzazione concessa ad Area Spa, infatti, è stata rilasciata previo parere del Comitato consultivo presieduto proprio da un rappresentate della Farnesina.
PRECEDENTE IN AULA – Non è la prima volta che la Galgano interviene sul tema. Subito dopo la revoca dell’autorizzazione globale ad Hacking Team, la deputata di Sc aveva già presentato un’interrogazione con la quale chiedeva di sapere se il Mise avesse “approfondito a quale organizzazione governativa egiziana fosse destinato il software e se esistano elementi per escludere che esso sia stato usato, in qualche modo, contro Regeni”. Un quesito che, però, era rimasto senza risposta. “Essendo l’autorizzazione rilasciata di tipo globale individuale, quest’ultima, non prevede un approfondimento preventivo sull’end user (l’utilizzatore finale, ndr) da parte dell’Autorità che emette il provvedimento autorizzativo”, aveva spiegato, nella sua risposta, il sottosegretario Ivan Scalfarotto . Un’affermazione, però, smentita da un documento datato 30 giugno 2015 e aggiornato il successivo 24 dicembre, a firma dell’amministratore delegato di Hacking Team David Vincenzetti e consegnato al Mise, nel quale è riportata chiaramente l’indicazione del destinatario del software spia Rcs Galileo.