Salvatore Burrafato è accusato di peculato, truffa aggravata, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio per aver utilizzato più volte l’auto comunale per fini personali
Secondo l’accusa avrebbe utilizzato più volte l’auto comunale e le prestazione lavorative del suo autista per scopi personali e in danno dell’amministrazione comunale. Per questo motivo il gip del tribunale di Termini Imerese, Michele Guarnotta, ha imposto al sindaco di comune in provincia di Palermo, Salvatore Burrafato, e al suo autista, Marino Battaglia, l’obbligo di firma davanti alla polizia giudiziaria. E per tutta risposta, il primo cittadino ha deciso di dimettersi dall’incarico. A Burrafato sono contestati i reati di peculato, truffa aggravata, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio: è accusato anche di aver utilizzato alcuni locali comunali, già concessi in locazione a privati e con locazione scaduta e mai rinnovata, per ragioni esclusivamente private.
Peculato, truffa aggravata e falso in atto pubblico sono invece i reati contestati all’autista Battaglia “per aver concorso con il sindaco nell’utilizzo illecito dell’auto comunale e per averla utilizzata, in numerose occasioni, per ragioni personali”. Le indagini coordinate dal procuratore di Termini Imerese Alfredo Morvillo e dai sostituti Giacomo Brandini e Francesco Gualtieri avrebbero documentato “l’abituale utilizzo privato del mezzo di servizio da parte del sindaco e delle prestazioni”.
Burrafato, esponente del Pd e sindaco di una giunta appoggiata anche dal Nuovo Centrodestra, era stato rieletto nel 2014, dopo aver già amministrato la città in provincia di Palermo per un quinquennio. Dopo la notifica del provvedimento del gip Guarnotta che gli impone l’obbligo di firma ha deciso di fare un passo indietro. “Ritengo giusto ed opportuno fare un passo indietro per dare serenità a tutto l’apparato municipale nello svolgimento dell’attività quotidiana, allontanando dubbi e sospetti”, dice commentando l’indagine a suo carico. “Ripongo massima fiducia nell’operato della magistratura – continua – e sono certo di poter chiarire che alla base di quanto contestato c’è una grande confusione che ha ingenerato incomprensioni ed equivoci, ma valutate le accuse che mi vengono mosse ed i provvedimenti emessi dai magistrati con decisione e senza tentennamenti sono arrivato alla decisione di presentare le mie dimissioni: non posso più continuare a fare il sindaco di una città difficile e complessa come Termini Imerese”.
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