Il ministro dell'Interno: "Rimango fermo a quanto valutato dai magistrati che hanno valutato di non coinvolgermi. Il resto appartiene al capitolo dell'uso mediatico delle intercettazioni". Di Battista: "Deve riferire in Parlamento"
“Siamo di fronte al ri-uso politico degli scarti di un’inchiesta giudiziaria. Ciò che i magistrati hanno studiato, ritenendolo non idoneo a coinvolgermi in alcun modo, viene usato per fini esclusivamente politici. Le intercettazioni non riguardano me, bensì terze e quarte persone che parlano di me. Persone, peraltro, che non vedo e non sento da anni”. Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, sulle carte dell’inchiesta della Procura di Roma per corruzione e riciclaggio. “Io – ha aggiunto Alfano – rimango fermo a quanto valutato da chi l’inchiesta l’ha studiata e portata avanti e ha ritenuto di non coinvolgermi. Il resto appartiene al lungo capitolo dell’uso mediatico delle intercettazioni. Ma questo è un discorso ben noto a tutti, che si trascina da anni, diventando ormai una vera e propria telenovela legislativa“. Ieri il ministro Alfano aveva garantito anche per il deputato (indagato) del Nuovo Centrodestra Antonio Marotta: “Siamo convinti che riuscirà a dimostrare la sua assoluta estraneità”.
In precedenza era stato Alessandro Di Battista, deputato e membro del direttorio dei Cinquestelle a riprendere la notizia di quelle telefonate in cui si faceva il nome di Alfano: “Ha il dovere di fornire spiegazioni al Parlamento e all’opinione pubblica intera!” ha twittato.
Ministro @angealfa lei ha il dovere di fornire spiegazioni al Parlamento e all’opinione pubblica intera! pic.twitter.com/YtRHM0evJE
— AlessandroDiBattista (@ale_dibattista) 5 luglio 2016
Di Battista su facebook ha aggiunto che Ncd “ha più indagati che elettori” e “permette al Pd di avere i numeri in Senato”.