Il ministro dello Sviluppo economico sostiene che il probabile fallimento del Ttip è legato ai tempi troppo lunghi dei negoziati. Intanto, la Commissione europea ha deciso che il Ceta, l'accordo commerciale con il Canada, dovrà passare dalla ratifica dei parlamenti nazionali
“Sul Ttip non ho detto che è finito perché siamo andati lunghi. Ho detto che se è finito è perché siamo andati lunghi. Io credo che sarà così, cioè che lo spazio politico in Europa e negli Stati Uniti per approvarlo sia ridotto a zero“. Così Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, ha commentato lo stallo sul trattato tra Europa e Usa sul commercio, partecipando al convegno sul Ttip nella sala Aldo Moro della Camera. Il titolare del Mise ha incassato anche una sconfitta sul fronte del Ceta, l’accordo commerciale tra Ue e Canada. Calenda voleva che il testo fosse ratificato dalla sola Commissione europea, mentre Bruxelles ha deciso che dovrà passare dal voto dei parlamenti nazionali. “Questo fa morire la politica commerciale dell’Unione europea”, ha detto il ministro.
A Montecitorio, il ministro dello Sviluppo economico, da sempre favorevole al trattato con gli Usa, si è confrontato con la rete Stop Ttip. “Dite di non negoziare nessun accordo commerciale con gli Stati Uniti, allora che cosa dovremmo fare? – ha detto Calenda – Senza questo negoziato qual è l’alternativa? Abbiamo visto che i negoziati multilaterali non hanno funzionato”. Nella globalizzazione, aggiunge il titolare del Mise, “non possiamo stare fermi perché tanto fermi non ci stiamo. L’Europa è l’area del mondo con i dazi più bassi e quindi le merci entrano. Ci vuole una strategia di difesa, come quella fatta per l’acciaio sul marchio di economia di mercato alla Cina e ci vuole una strategia di attacco”. E ancora: “Le indicazioni geografiche oggi non sono riconosciute negli Stati Uniti, sono pronti a riconoscerne 125 su 141, è tanto? È poco? Bisogna dire o tutte o niente? Ma non si negozia così, non si negozia pensando che si può vincere 100 a 0″.
Sul fronte del Ceta, invece, la Commissione europea ha proposto una ratifica a competenza mista con il coinvolgimento dei parlamenti nazionali. La commissaria Ue al commercio Cecilia Malmstroem ha spiegato che, legalmente parlando, la competenza è un’esclusiva dell’Unione europea, ma sapendo che alcuni stati membri non sono d’accordo, Bruxelles ha optato per la ratifica attraverso le assemblee nazionali. Germania e Francia avevano espresso la loro ostilità a una ratifica solo Ue.
L’obiettivo è arrivare alla firma formale al vertice Ue-Canada di ottobre. Sin dal primo giorno della sua applicazione verranno azzerati quasi tutti i dazi commerciali e include la protezione di 40 prodotti con l’indicazione d’origine. Inoltre, si prevede la protezione di oltre 140 indicazioni geografiche europee, come per esempio il prosciutto di Parma e il parmigiano reggiano, l’accesso a tutti i tipi di appalti pubblici a tutti i livelli, la protezione degli investimenti attraverso una corte per la risoluzione delle dispute, il riconoscimento delle qualifiche professionali e dei certificati di conformità.
“Oggi l’Europa perde un altro pezzo e invece di trovarsi con più sovranità, si trova con meno sovranità”, ha commentato Calenda. “Ora il trattato deve essere ratificato da 38 parlamenti in Europa e basta la mancata ratifica di uno a far cadere tutto. Questo fa morire la politica commerciale dell’Unione europea”. La decisione della Commissione, secondo il ministro, “rappresenta un ulteriore danno alla costruzione europea e un decisivo passo verso lo stallo della politica commerciale dell’Unione”. L’accordo con il Canada, continua Calenda, “è il migliore mai siglato dall’Unione Europea e contiene tra l’altro il riconoscimento delle più importanti Dop e Igp italiane e un ampio accesso al mercato degli appalti pubblici e dei servizi: entrambi obiettivi non ancora raggiunti nel negoziato con gli Usa”.