Un’altra Europa è possibile? Prima di rispondere a questa domanda credo che, dopo anni in cui l’industria mediatica ha prodotto enormi quantità di disinformazione, sia fondamentale effettuare un chiarimento. Una prima e semplice considerazione è che l’Unione Europea non è l’Europa. L’Ue è un’organizzazione internazionale, un’unione economica e politica di carattere sovranazionale alla quale aderiscono 28 Stati. Con l’uscita della Gran Bretagna scenderanno a 27. In antitesi di ciò che è stato veicolato in questi anni, neppure euro ed Europa sono sinonimi. L’euro è semplicemente una valuta comune adottata da 19 degli Stati aderenti all’Unione europea. Allora l’Europa che cos’è? E’ un continente composto da 50 Stati dove vivono oltre 700 milioni di persone. In realtà con Europa si dovrebbe intendere l’ideale di unità e fratellanza fra popoli. Un auspicabile ideale che però in questi decenni è stato adoperato per realizzare un golpe da parte di un’élite di burocrati devoti al dogma neoliberista che hanno reso l’Europa un lager economico finanziario.

I popoli sono stati ingannati e con essi anche Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Ursula Hirschmann che, da una condizione di prigionia, riuscirono a intravedere una nuova Europa. Oggi serve una visione come la ebbero loro. Una nuova visione che però sia resa operativa da forze politiche non disponibili a vendersi al mercato come è accaduto a gran parte della sinistra europea. E’ come se gli europei fossero saliti su un treno indicante una destinazione ma, in realtà, è come se fosse partito per un’altra meta. Volendo rimanere nella metafora, il treno doveva andare a Strasburgo (sede ufficiale del Parlamento), un luogo dove, come ci è stato inculcato da servizi televisivi e articoli di giornale, i rappresentanti eletti dal popolo si sarebbero uniti per prendere insieme decisioni per il bene comune della grande casa che doveva essere l’Europa. In realtà, la vera destinazione di quel treno era Francoforte sede della Banca centrale europea, dove pochi burocrati al soldo di un’aristocrazia finanziaria senza alcun mandato elettorale esercitano il vero potere.

Un’aristocrazia che ha derubato i popoli di sovranità e democrazia. L’Ue e l’euro sono espressione di un progetto economico perfettamente riuscito, che è una mutazione neoliberista ove gli Stati servono solo a ripianare i debiti prodotti dalle élite. Non credo che “quest’Europa” possa essere riformata. Proprio come una casa con fondamenta errate va abbattuta e ricostruita su basi solide. L’Ue si regge solo su pilastri economici e non su valori culturali e di solidarietà. Non esiste neppure una politica energetica comune. Occorre avere il coraggio di resettare e ricostruire un’unità che non sia una prigione economica ove prevale la legge del più forte sul più debole. L’unica unione possibile è quella tra Stati uguali e sovrani che non siano subalterni a politiche che giovano agli Usa. Una nuova Europa dovrebbe passare prima di tutto per una banca pubblica, controllata e a servizio della cittadinanza e non dei burocrati che senza alcun mandato elettorale decidono se fare l’elemosina oppure no agli Stati.

Secondo punto fondamentale, gli organi scelti dai popoli devono poter incidere nell’agenda politica. Oggi il Parlamento europeo si limita a ratificare le leggi proposte dalla Commissione. Occorre stracciare trattati come Maastricht e Lisbona che sono veri e proprie condanne a morte per la democrazia. I popoli, quando è stata data loro la possibilità di votare, hanno più volte mostrato di rigettare questa Europa burocratica e antidemocratica. Ed è davvero raccapricciante l’arroganza e l’anti­democraticità di molteplici opinionisti che in questi giorni denigrano la scelta dei tanti britannici che hanno detto no all’Ue relegandola a una moltitudine di vecchi ignoranti.

Nessun mea culpa per i troppi giornalisti ed intellettuali venduti al pensiero unico dominanteUna nuova Europa deve svincolarsi dalla Nato che, dopo il 1989, non ha più senso di esistere se non quello evidente di perpetrare le proprie politiche egemoniche miranti ad allargare la propria influenza sempre più verso est. Una Nato che con i suoi conflitti produce immigrazione incontrollata e crescenti guerre tra poveri. In una nuova Europa i cittadini devono poter contribuire direttamente attraverso costanti consultazioni, a partire dal redigere di un nuovo patto tra Stati che devono partecipare a un novello processo costituente. Va costituita un’Europa a servizio dei popoli e non delle élite come quella vigente ed è per questo che nel nuovo sogno europeo il  Parlamento dovrebbe essere situato ad Atene, luogo dove nacque la democrazia e dove i burocrati oggi al comando hanno inflitto con maggior ferocia la propria violenza.

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