Con l’addio di Xavier Niel, Telecom Italia perde un potenziale azionista e trova un nuovo agguerrito rivale. Un duro colpo che in Borsa si è subito tradotto in pesanti perdite (-10,8%). Il mercato sembra, infatti, aver intuito che, almeno su due fronti, si prospettano grandi cambiamenti per l’azienda guidata da Flavio Cattaneo. Innanzitutto la decisione del miliardario francese di smontare la posizione in derivati su Telecom archivia definitivamente l’ipotesi di una battaglia in atto fra Niel e il finanziere Vincent Bolloré per il controllo del gruppo italiano. In secondo luogo, la mossa di Niel descrive un nuovo scenario competitivo in cui il miliardario diventa diretto concorrente di Telecom Italia.

Niel, che in Francia è proprietario del gruppo di telecomunicazioni Iliad, ha infatti svelato di progettare l’ingresso in forze sul mercato italiano. La sua Iliad, nota in Francia per aver dato filo da torcere all’ex monopolista France Télécom (oggi Orange), ha annunciato di aver stretto un’intesa in esclusiva con Hutchinson e Vimpelcom per rilevare gli asset che dovranno essere dismessi nell’ambito della fusione tra Wind e 3 Italia. Obiettivo del magnate francese è creare un “quarto polo” italiano nel mobile come nei desiderata del Commissario europeo Margrethe Vestager.

“L’operatore francese otterrebbe delle frequenze di telefonia mobile per 450 milioni, alcune antenne e un accordo di roaming”, spiega Le Monde, giornale di cui Niel è azionista a titolo personale. “Una volta assieme, Hutchison e Vimplecom deterrebbero il 34% del mercato locale – prosegue il quotidiano francese – Hanno bisogno di cedere una parte non trascurabile dei loro asset al fine di ottenere l’avallo della Commissione europea, che dovrebbe prendere la sua decisione sulle nozze entro l’8 settembre. La commissaria alla concorrenza Vestager esige in effetti dai candidati che facciano spazio ad un nuovo operatore”. E Iliad sembra essere il soggetto giusto, che scalza anche le ambizioni di Fastweb, pure interessata alla partita. “La Commissione europea è stata impressionata dall’impatto di Iliad (casa madre del marchio Free) sui prezzi in Francia. La probabilità di un accordo e di un lancio commerciale in Italia è elevata” spiega a Le Monde Stéphane Beyazian, analista della Raymond James.

Sulla campagna d’Italia di Iliad pesava tuttavia il ruolo giocato da Niel in Telecom. Di qui la decisione del miliardario francese di fare un passo indietro facendo sapere che non ha “nessuna quota con diritto di voto nel capitale di Telecom Italia”, ma soltanto un “marginale interesse finanziario (meno di 25 milioni di euro)” che sarà ceduto “nelle prossime settimane”. L’addio di Niel è insomma un coup de théâtre in uno scenario italiano delle telecomunicazioni in continua evoluzione. Secondo la stampa d’Oltralpe Bolloré e il numero uno di Orange, Stéphane Richard, starebbero valutando la possibilità di uno scambio azionario. Non a caso la banca d’affari Natixis ipotizza che Vivendi possa cedere il 10% di Telecom Italia per ottenere in cambio il 4% di Orange.

D’altro canto sono note le ambizioni europee dell’ex monopolista francese, ancora partecipato dallo Stato: “Noi, Orange, ci vediamo come un attore europeo. Se dovranno restarne uno o due, ne faremo parte” ha spiegato Richard, a metà giugno, alla commissione affari economici dell’Assemblea nazionale. Difficile poter dire lo stesso per Telecom, ex monopolista italiano, spolpato negli anni dai capitani coraggiosi e finito ora nelle mani di Bolloré.

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