Non sarà processata la virologa padovana Ilaria Capua coinvolta in’inchiesta della Procura di Roma su un presunto traffico illegale di virus. La scienziata, eletta nel 2013 alla Camera con Scelta Civica e attualmente dimissionaria, è stata prosciolta perché “il fatto non sussiste”. L’inchiesta avviata nel 2014 dalla Procura di Roma, su presunti illeciti e omissioni dietro le emergenze vaccini per la malattia della lingua blu e l’influenza aviaria, è stata trasferita in seguito a Verona, dove il giudice per l’udienza preliminare Laura Donati si è espresso per il “non luogo a procedere” e il pieno proscioglimento per Capua e altri dodici indagati.
La notizia è stata diffusa dall’assessore regionale all’istruzione del Veneto, Elena Donazzan, dopo un colloquio telefonico con la stessa ricercatrice che si è trasferita a giugno negli Stati Uniti, per dirigere il centro di eccellenza dell’Università della Florida dedicata alla One Health. “Rimane la profonda e intima soddisfazione per aver sempre creduto nella grande professionalità di Ilaria Capua e sono certa – ha detto la Donazzan – che lei continuerà a dar prova, nel suo nuovo ambiente di lavoro, del suo talento e della sua grande umanità, forte anche di un invidiabile curriculum, sul quale ora non grava più ombra alcuna. Mi auguro che le testate e gli operatori dell’informazione italiana, che grande eco hanno dato ai sospetti e alle indagini a suo carico, ora diano lo stesso risalto a questa assoluzione”.
La ricercatrice, sentita dal Corriere dopo il proscioglimento, ha confessato di sentirsi “sfregiata, come se mi avessero buttato addosso l’acido”. “Anche se si trattava di accuse senza senso – racconta Capua – non avevo più il coraggio di uscire. Mi avevano imputata di reati gravissimi. Che prevedevano l’ergastolo. Dico: “Se pensi che io possa andare ad avvelenare un acquedotto, arrestami! Se pensi che sia pericolosa, mettimi le manette!” Invece mi ritrovavo addosso reati pesantissimi. Praticamente ero un mostro. Ma intorno non si muoveva niente. Una bolla di silenzio”.
Intervistata anche da Repubblica, la parlamentare ha spiegato che il grave reato di cui era accusata, aver diffuso volutamente l’aviaria per fare soldi con un vaccino, abbia influito pesantemente sulla propria carriera professionale nei due anni che ci sono voluti per smontare l’accusa: “La mia carriera politica distrutta, un gruppo scientifico di prim’ordine smembrato. Io mi sono trasferita qui in Florida, il mio braccio destro lavora a Vienna. Quarantuno persone perbene indagate e fatte fuori dalle loro posizioni senza troppi complimenti, le parcelle degli avvocati. Sono contenta che sia finita, non ne potevo più di questa storia. Che comunque mi ha insegnato molto”.