“Certamente il governo Renzi non cade per la vicenda Alfano. Ma potrebbe cadere il ministro dell’Interno, se venissero fuori cose più compromettenti di quelle già piuttosto imbarazzanti che sono emerse fino ad ora“. Sono le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, durante In Onda Estate, su La7, a proposito della vicenda che vede protagonisti i parenti del leader di Ncd. “Alfano ha dichiarato che quello che dicono nelle intercettazioni non è vero” – continua Travaglio – “Alfano può prendersi la responsabilità di dire che il padre non ha mandato 80 curricula per sistemare amici al call center delle Poste? Può dire che non è vero che suo fratello è stato mandato a lavorare come funzionario alle Poste? Può sostenere che non è vero che il fratello di Pizza lavora con lui al suo Ministero? Se per Alfano fossero tutte millanterie, il caso non esisterebbe. Il ministro può assumersi la responsabilità di dire che tutte queste cose non sono vere e non sono mai accadute?“. E aggiunge: “Se questi fatti sono veri, Alfano le deve spiegare, all’interno di un governo che ha fatto dimettere Maurizio Lupi, che era un ministro meno importante di quello dell’Interno, per un microscopico caso di familismo rispetto al macroscopico e multiplo caso che coinvolge la famiglia di Alfano, tanto che, in una intercettazione, la segretaria di Pizza, parlando con un’amica, dice: ‘Ad Angelino abbiamo sistemato tutta la famiglia’“. Il deputato Pd Emanuele Fiano, ospite della trasmissione, asserisce di aver fiducia nel lavoro della magistratura e precisa: “La situazione di Alfano Angelino non è di rilievo penale, infatti la magistratura non lo ritiene indagabile. Dal punto di vista politico, per esprimere un giudizio bisogna guardare i fatti realmente accaduti. Per il momento su Alfano fatti non ci sono, quindi c’è piena fiducia nel suo lavoro“. Travaglio osserva: “Renzi sul caso Alfano pubblicamente non dice nulla, perché la situazione è delicata. Ma un presidente del Consiglio normale, di fronte a questa ondata di intercettazioni, dovrebbe convocare il suo ministro e chiedergli spiegazioni. Peraltro, Renzi, quando ancora non era il contrario di se stesso ed era nell’opposizione interna al Pd, disse di Alfano delle cose terrificanti, a proposito del caso Shalabayeva, quando Alfano preferì passare per fesso anziché per complice. Renzi” – prosegue – “lo beccò e disse: ‘Se Alfano sapeva, è molto grave. Se non sapeva, è ancora più grave. In tutte le due ipotesi, si dovrebbe dimettere’. Quella frase di Renzi vale esattamente per il caso ‘cricca’ di oggi”
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