Reduci da una tournée negli Stati Uniti e da una fangosa, ma al contempo, molto eccitante esibizione al Festival di Glastonbury in Inghilterra, i Caravan Palace, band francese nata sulla rive gauche parigina, arrivano in Italia per presentare il loro ultimo disco dal titolo incomunicabile: <I°_°I>. “Ci piaceva l’idea che non potesse essere pronunciato – racconta la bella Colotis Zoé, frontwoman del gruppo –. Le emoticon hanno molto influenzato il nostro modo di comunicare, così abbiamo trasformato il vecchio robot in una emoticon, ma ben presto gli addetti ai lavori hanno finito per chiamarlo robot o faccia da robot…”.
Iniziano la loro carriera componendo la colonna sonora per un film muto pornografico degli anni Venti, ed è per via di quella particolare richiesta che incominciano a sperimentare tra i generi vintage. La loro musica, infatti, è smaccatamente rétro, influenzata dalla passione per il chitarrista gitano Django Reinhardt, ma anche moderna, per l’uso intenso dell’elettronica sulla falsa riga dei connazionali Daft Punk. Il risultato è un tripudio di ritmi electro-swing, con una buona dose di hip hop, rockabilly, gipsy jazz, soul e scat. L’appuntamento per vederli dal vivo è l’11 luglio al Circolo Magnolia di Segrate (MI). Ecco l’intervista alla band.
Come procede la vostra tournée?
Finora alla grande! Siamo appena tornati da un tour incredibile durato 5 settimane in America e una fangosa, ma al contempo molto eccitante, domenica a Glastonbury!
La vostra musica è un mix di swing, hip hop, house e molto altro. Nonostante il sound risulti moderno sembrate provenire da un indefinito passato. Confermate che l’era Pop in cui viviamo sia impazzita per tutto quello che è rétro?
Infatti! Sembra esserci meno appetito/voglia per il futuro rispetto a un paio di decenni fa. Probabilmente non si prospetta luminoso e promettente come una volta. Quindi crediamo che la gente trovi conforto nelle cose più vintage/retro. Ma ovviamente non componiamo la nostra musica con questo pensiero in mente! È solo che siamo molto presi dalla musica swing.
Condividete il pensiero che invece di esprimere se stessi gli anni Duemila preferiscono offrire un concentrato di tutti i decenni precedenti?
Sì, siamo pienamente d’accordo! È da un pezzo che non emerge un nuovo genere e si ricicla molto! Forse noi ci distinguiamo perché ricicliamo da influenze molto più remote.
È vero che avete iniziato la vostra carriera componendo la colonna sonora per un film muto pornografico degli anni Venti? Cosa ricordate dei vostri inizi e di quell’episodio in particolare?
Suonavamo già da prima gipsy jazz classico nei bar, mentre a casa sperimentavamo da solisti sui nostri computer e sintetizzatori. Dietro la richiesta di produrre la colonna sonora per un vecchio film porno muto c’è il motivo per cui abbiamo cominciato la fusione di generi vintage. Per quanto riguarda il film, invece, la verità è che non riusciamo a trovarlo da nessuna parte, inoltre non è mai stato trasmesso. Forse un giorno lo troveremo su un vecchio hard disk e lo renderemo pubblico.
Mi spiegate come nascono i Caravan Palace e perché avete deciso di chiamarvi così?
Dopo quel primo esperimento, il progetto ben presto si è evoluto nella sua forma attuale di sette componenti. Abbiamo scelto il nome Caravan Palace perché comprende entrambi i mondi, vintage ed elettronici, come la nostra musica.
Vi sentite gipsy nel profondo del vostro animo?
Siamo solo un gruppo di gitani con un sacco di amore per la musica gipsy.
Mi parlate del vostro ultimo disco? Come è nato, da cosa è stato ispirato?
Ci siamo sentiti un po’ bloccati entro i confini del movimento elettro-swing e quello che è diventato negli ultimi anni, quindi abbiamo veramente sentito il bisogno di iniettare più svariate influenze, un po’ di hip hop, rockabilly, soul… ci siamo divertiti molto nel comporlo e ci diverte ancora un sacco suonare i brani dal vivo.
Di cosa parlano le vostre canzoni?
A essere del tutto onesti i testi sono piuttosto secondari nella nostra musica, perché consideriamo la voce semplicemente come se fosse un altro strumento musicale.
Lavorate molto sui video, peraltro davvero belli: come mai optate spesso per i cartoon?
Buona domanda e non siamo sicuri di averne la risposta, purtroppo. Probabilmente perché siamo stati fortunati ad avere buoni disegnatori di cartoni animati a lavorare sui nostri video. La nostra collaborazione con Double Ninja, che ha prodotto i video di Lone Digger e Wonderland è particolarmente vincente.
Quanto vi aiuta avere una frontwoman bella e sexy come Colotis Zoé?
Fa veramente la differenza sul palco, lei sa come gestire la folla, probabilmente perché è un’attrice di teatro oltreché cantante.
Tra qualche giorno vi esibite in Italia: cosa proporrete al nostro pubblico?
Non siamo riusciti a suonare molto in Italia, quindi siamo molto entusiasti di presentare il nostro ultimo show! Naturalmente include alcuni dei nostri ultimi pezzi oltre ai “classici” che abbiamo rielaborato in uno spirito 2016.
Cosa ci si deve aspettare da voi?
Cerchiamo sempre di portare buon umore, danza, energia e generosità
Cosa ne pensate del nostro paese?
È un po’ scontato, ma è impossibile non amare il cibo italiano. Siamo molto allettati anche dal bel tempo che troveremo.