La vittima, Marco Mongillo, lavorava in una pizzeria e si trovava a casa di Antonio Zampella, 19 anni, con qualche precedente, per organizzare una festa di compleanno. Il ragazzo è stato arrestato per omicidio volontario. Ha usato una Browning automatica calibro 7,65 con matricola abrasa. Dopo la tragedia si è costituito. "Non pensavo sparasse" ha detto ai carabinieri
Un gioco finito male. Due amici. Uno con in mano una pistola dice: “Ti faccio vedere come ti sparo”. Lo fa davvero, forse pensando che l’arma sia scarica. L’altro muore, centrato con un colpo alla testa. E’ stata questa la fine di Marco Mongillo, il giovane di 20 anni che lavorava in una pizzeria, ucciso ieri pomeriggio in un’abitazione del Rione Santa Rosalia di Caserta. La Procura di Santa Maria Capua Vetere e dai carabinieri di Caserta stanno ricostruendo l’accaduto privilegiando la pista dello scherzo finito in tragedia. L’amico della vittima, reo confesso, è stato arrestato. Si tratta di Antonio Zampella, 19 anni, con qualche precedente a carico.
Zampella, al termine di una drammatica deposizione resa nella caserma dell’Arma di via Laviano, ha confessato ai militari della Compagnia di Caserta di aver sparato con una Browning automatica calibro 7,65, un’arma clandestina con matricola abrasa, al termine di una sorta di gioco tra ragazzi che si divertono a emulare i killer della camorra. Il 19 enne ha raccontato di aver mostrato l’arma a Marco, che era carica – un proiettile è stato ritrovato nei pressi del cadavere, altri cinque erano nel serbatoio dell’arma – di averla puntata verso la testa dell’amico e di aver fatto fuoco.
“Ti faccio vedere come ti sparo” avrebbe detto; quindi dopo è fuggito liberandosi dell’arma, ritrovata più tardi dai carabinieri, prima di andarsi a costituire in caserma. “Non pensavo sparasse” si sarebbe poi giustificato, spiegando di non voler uccidere Marco. Tuttavia per gli inquirenti il giovane sapeva che l’arma era carica e, avendola puntata contro una persona, ha comunque accettato l’eventualità che potesse accadere qualcosa di grave; per questo gli hanno contestato l’omicidio volontario, il possesso di arma clandestina e la ricettazione.
La tragedia è avvenuta nell’appartamento dove il 19enne Zampella vive con il fratello Umberto di 22 anni, che sta scontando gli arresti domiciliari per rapina. Al momento del fatto erano presenti oltre ai due fratelli Zampella, la vittima, e il fratello di quest’ultimo, Vincenzo, che ieri dopo la tragedia piangeva disperato e non si dava pace per quanto successo; su parte del corpo aveva il sangue del fratello.
Oggi sulla sua pagina Facebook ha dedicato un post carico di dolore a Marco. “Ti amo vita mia spero che ci guardi e ci proteggi da lassù … Io sarò sempre con te lo farò per te e mamma…. Ora dammi tu la forza di non mollare più…. Ti amo vita mia mi manchiiii troppooooo …..”. Gli amici hanno descritto il 20enne come “un bravo ragazzo, che amava la vita e la sua Lucia, con cui era fidanzato da alcuni anni”. Sul suo profilo, la giovane vittima mostrava di desiderare con la propria fidanzata un futuro con figli. I quattro amici, ha raccontato Vincenzo, erano insieme per organizzare un pranzo per oggi in vista del suo compleanno. Intanto i carabinieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo nell’abitazione, che è stata posta sotto sequestro.