L'Aeeg ha scritto a governo e Parlamento evidenziando il rischio di aggravi in seguito al prelievo da 400 milioni a carico della ex Cassa conguaglio per il settore elettrico. Quei soldi serviranno per coprire il finanziamento ponte e verranno restituiti solo nel 2018. Il viceministro allo Sviluppo nega. Intanto l'associazione consumatori chiede alle procure di aprire un'indagine sulle strategie degli operatori all'ingrosso
L‘ultimo decreto Ilva varato dal governo Renzi, che tra il resto ha disposto un prelievo di 400 milioni a carico della ex Cassa conguaglio per il settore elettrico, rischia di sfociare in un nuovo aumento delle bollette per le famiglie e le aziende italiane. A lanciare l’allarme è l’Autorità per l’Energia, in una segnalazione inviata al governo e al Parlamento che sta esaminando il dl ‘Disposizioni urgenti per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del gruppo Ilva’. La viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova ha gettato acqua sul fuoco, negando che “sia previsto” un aumento. Lo spettro di ulteriori rincari, comunque, è tanto più preoccupante nel giorno in cui il Codacons avvia la raccolta di adesioni a una class action contro i ritocchi all’insù scattati l’1 luglio a causa, secondo la stessa Aeegsi, di “strategie anomale adottate da diversi operatori sul mercato all’ingrosso” dell’energia elettrica .
Aeegsi: “Rischio aumento dei prelievi tariffari” – L’authority, nel documento inviato a Palazzo Chigi e alle Camere, evidenzia che sottrarre 400 milioni alla Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea, ex Cassa conguaglio) per restituirli solo nel 2018 riduce i margini di manovra da parte di Csea e “potrebbe determinare la necessità di acquisire ulteriore gettito derivante dal prelievo tariffario a gravare sulle bollette energetiche” di famiglie e imprese. Il finanziamento ponte all’Ilva era stato deciso lo scorso anno, ma all’epoca si era stabilito che i soldi venissero resi “nel medesimo esercizio finanziario” in cui erano stati erogati. Ora invece arriva il posticipo al 2018. Nel frattempo, viene stabilito che la somma venga appunto ‘coperta’ dalla cassa, che è una specie di “banca” del settore dell’energia in cui finiscono diverse componenti tariffarie delle bollette e da cui escono finanziamenti alle fonti rinnovabili, bonus (sconti) garantiti ai nuclei numerosi o in disagio economico e a chi ha bisogno di macchinari medici ad alto consumo di energia e conguagli alle società elettriche delle isole minori.
“La norma è chiara: ha natura temporanea e prevede che il rimborso dell’importo sia effettuato dal 2018”, ha chiarito Bellanov. “Tale postulato è stato confermato il 23 giugno scorso alla Camera, nell’ambito della relazione della Cassa alle Commissioni Ambiente e Attività Produttive: la restituzione della somma dei 400 milioni nei tempi stabiliti non comporterà dunque alcuna variazione degli importi in bolletta”.
Esposti Codacons: “Procure indaghino per aggiotaggio” – Intanto l’associazione per i diritti dei consumatori ha presentato a 104 procure in tutta Italia un esposto in cui chiede che indaghino per il reato di aggiotaggio in relazione agli aumenti delle tariffe luce (+4,3%) e gas (+1,9%) in luglio, in quanto “attribuibili a speculazioni sul mercato dell’energia”. La stessa Autorità per l’energia, nel motivarli, ha spiegato che sono dovuti a “strategie anomale adottate da diversi operatori sul mercato all’ingrosso dell’energia elettrica sia in sede di programmazione di immissioni e prelievi, sia in sede di offerta di servizi di dispacciamento“. “Criticità che hanno portato ad un rilevante aggravio di costi per il sistema e ad una alterazione del normale meccanismo di formazione dei prezzi nei mercati”, spiegano ancora dal Codacons. “Vogliamo conoscere i nomi dei grossisti dell’energia che hanno attuato pratiche anomale a danno dei consumatori, e in tal senso chiederemo con una istanza d’accesso all’Autorità di fornirci i dettagli circa i soggetti coinvolti nel fenomeno”.