Le organizzazioni sindacali hanno raggiunto l’accordo politico con il ministero sull'individuazione dei docenti da parte dei dirigenti. "Chi possiede i requisiti richiesti da quel determinato istituto avrà l’assegnazione", spiega Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil
Addio alla chiamata diretta. I dirigenti scolastici non faranno più alcun colloquio con gli insegnanti ma dovranno sceglierli da una graduatoria d’istituto sulla base di requisiti che saranno individuati a livello nazionale. A cantar vittoria sono le organizzazioni sindacali che hanno raggiunto l’accordo politico con il ministero sull’individuazione dei docenti negli ambiti territoriali. La firma ufficiale dovrebbe arrivare tra mercoledì e giovedì ma ciò che è già certo è che lo spauracchio della chiamata diretta è stato cancellato.
A spiegare come funzionerà il nuovo sistema di reclutamento è Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil: “Il meccanismo sarà semplice. A livello nazionale saranno individuati una serie di requisiti. Prima del trasferimento agli ambiti territoriali, i dirigenti delle singole scuole sceglieranno quattro requisiti tra quelli indicati. A quel punto i docenti faranno richiesta alla scuola e saranno scelti sulla base dei curriculum: chi possiede i requisiti richiesti da quell’istituto avrà l’assegnazione. A parità varrà il punteggio della mobilità. Il tutto avverrà attraverso una sorta di graduatoria d’istituto che stabilirà un punteggio in base ai requisiti”.
Un incontro tra domanda e offerta basato sulle capacità dei singoli docenti e sulle effettive necessità della scuola stabilite nel piano triennale dell’offerta formativa: “Chi non farà domanda o non rientrerà in quell’elenco – spiega Pantaleo – verrà assegnato dall’ufficio scolastico regionale. Il colloquio è scomparso: ora il dirigente non formulerà la proposta di incarico come previsto dalla Legge 107 ma dovrà valutare i titoli sulla base di indicatori nazionali. Abbiamo provato a unire il piano dell’offerta formativa con le competenze dei docenti”. Si tratta di un sistema alternativo rispetto alla Legge. Miur e sindacati dovranno adesso stabilire gli aspetti tecnici ma non c’è dubbio che il ministero abbia fatto un passo indietro: non è più il dirigente a scegliere l’insegnante ma il docente che sceglie la scuola.
Dal punto di vista della cronologia ci sarà una data unica in cui i dirigenti pubblicheranno l’avviso con le caratteristiche dell’insegnante da ricercare; un’unica data anche per l’invio delle proposte di candidatura e così un termine unico per la conclusione della procedura. Il docente dovrà inserire o aggiornare il proprio curriculum su istanze on line. Tra i titoli valutabili, sui quali i presidi dovranno individuare i quattro requisiti utili alla loro scuola, ci saranno tra gli altri i master, i dottorati, le specializzazioni, le sperimentazioni di metodi, le certificazioni informatiche e linguistiche, la formazione realizzata dalla propria scuola o dall’amministrazione scolastica.
Un risultato che anche Lena Gissi, segretaria della Cisl Scuola, reputa positivo: “È frutto di un dialogo. Abbiamo rivisto molti aspetti della Legge 107 compresa la chiamata diretta. Oggi c’è una considerazione anche da parte della politica che ha guardato a questo accordo come un’occasione per recuperare un rapporto con il mondo della scuola. Il superamento della chiamata diretta sarà uno strumento utile ai dirigenti che altrimenti sarebbero stati oggetto di contenziosi; avere un atto amministrativo trasparente tutela anche il dirigente scolastico”. E sulla polemica nata tra i docenti rispetto al fatto che non viene più valutata l’anzianità di servizio Gissi spiega: “I requisiti terranno conto del punteggio che viene dalla mobilità. Bisogna coniugare i due fattori”.