Il cognato di Matteo Messina Denaro non è colpevole di intestazione fittizia dei beni. Almeno secondo il tribunale di Marsala che ha assolto Gaspare Como perché “il fatto non sussiste”. Per l’uomo, commerciante 46enne di Castelvetrano, il pm Giulia D’Alessandro aveva chiesto una condanna a 4 anni di carcere con l’accusa di aver intestato ad alcuni prestanome due negozi di abbigliamento: uno sempre nella città che ha dato i natali ai Messina Denaro e l’altro a Marsala.
Sposato con Bice Maria Messina Denaro, una delle sorelle dell’ultima primula rossa di Cosa nostra, Como era finito agli arresti domiciliari nel luglio del 2015. Il cognato del boss mafioso è stato condannato per associazione a delinquere ed estorsione: già nel 2012 si era visto sequestrare dalla Dia immobili e automobili lussuose con l’accusa di intestazione fittizia di beni. Nel 2015, quindi, gli erano stata sequestrata anche un’abitazione nella frazione balneare di Triscina: anche questa – secondo l’accusa – era stata intestata fittiziamente ad altri. Proprio lo stesso reato è stato condannato dal Tribunale di Marsala a 3 anni e mezzo di carcere, insieme alla moglie e alla sorella Valentina.