In carcere rappresentanti di Fondazione del libro, Lingotto Fiere, Gl Events, la società francese che gestisce l'evento, uno dei più importanti dell'editoria italiana. Ai domiciliari un esponente di Bologna Fiere. Perquisizione per l'ex assessore alla cultura Braccialarghe. "Fuga di notizie sul bando", che secondo la Procura era costruito per favorire l'azienda. Dichiarazione congiunta Appendino-Chiamparino: "Fiducia nei magistrati, ora serve nuova governance"
Quattro persone sono state arrestate questa mattina dai carabinieri della procura di Torino nell’ambito dell’inchiesta sul Salone del libro. Tra gli indagati, l’ex assessore alla Cultura della giunta Fassino, Maurizio Braccialarghe, che ha subito una perquisizione, che condivide con gli arrestati l’accusa di turbativa d’asta. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Gianfranco Colace, è incentrata sul modo in cui la multinazionale francese Gl Events, che gestisce Lingotto Fiere, ha ottenuto lo scorso anno la possibilità di organizzare tra il 2016 e il 2018 il Salone, uno dei principali eventi dell’editoria italiana, con un bando i cui requisiti erano molto simili a quelli offerti dalla società francese. Gli arrestati sono Regis Faure, direttore generale di Lingotto Fiere, Roberto Fantino, direttore marketing di Gl Events, e Valentino Macri, segretario della Fondazione per il Libro. Ai domiciliari è finito Antonio Bruzzone, dirigente di Bologna Eventi.
Nel corso dell’inchiesta è emerso che un funzionario della Fondazione del Libro, componente della Commissione giudicatrice, veicolava informazioni coperte da segreto (quali la presentazione di manifestazioni di interesse, l’identità degli interessati, la presentazione delle offerte) a un dirigente di Lingotto Fiere, così da consentire alla multinazionale francese di modulare la propria partecipazione alle varie fasi della procedura di gara a seconda delle informazioni ricevute e di contattare uno degli altri partecipanti per concordare la sua uscita di scena.
L’indagine era partita dall’ipotesi di peculato nei confronti di Rolando Picchioni, ex presidente della Fondazione per il libro, un ente che in questi giorni è tornato al centro della polemica per la volontà dell’Associazione italiana editori di lanciare una nuova fiera dell’editoria a Milano.
“Attendiamo di conoscere i dettagli dell’inchiesta in corso, auspicando che la magistratura, nei confronti della quale ribadiamo la nostra piena fiducia, faccia chiarezza nel più breve tempo possibile”, è la dichiarazione congiunta della neosindaca 5 Stelle di Torino, Chiara Appendino e del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino (Pd). La notizia dei quattro arresti “non fa che rafforzare l’esigenza di un totale rinnovamento della governance del Salone, senza però mettere in discussione le ragioni culturali e storiche che hanno decretato il successo di pubblico ed economico delle 30 edizioni che si sono succedute”. L’obiettivo principale – rimarcano Appendino e Chiamparino – “resta quello di garantire lo svolgimento della prossima edizione del Salone, attraverso il pieno supporto di tutti gli attori istituzionali, economici e imprenditoriali coinvolti”.
Poi è intervenuto anche l’ex sindaco Pd Piero Fassino: “Condividendo la dichiarazione del presidente Chiamparino e della sindaca Appendino, anch’io ritengo importante che gli accertamenti della magistratura facciano chiarezza nei tempi più rapidi, anche per consentire la prosecuzione dell’azione di rilancio e di rinnovamento del Salone di Libro”.
Proprio in questi giorni si è riaperta la polemica sulla possibilità di lanciare un Salone del libro anche a Milano, di cui ha parlato anche il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, con conseguente levata di scudi dal capoluogo piemontese, a cominciare dal duo Appendino-Chiamparino, deciso a salvaguardare la manifestazione torinese, come racconta oggi Il Fatto Quotidiano. “Credo che non abbia
senso creare un nuovo salone a Milano, ma che occorra concentrare ogni sforzo sulla storica manifestazione torinese che nel 2017 giungerà alla sua trentesima edizione”, ha commentato in proposito Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo, l’istituto socio di Fondazione del libro e impegnato nel risanamento economico del Salone, afflitto da difficoltà di bilancio nonostante l’ampia partecipazione di pubblico ed espositori.
Proprio nel giorno degli arresti, il Consiglio Generale dell’Associazione italiana editori (Aie) ha dato mandato al presidente Federico Motta di contattare in tempi rapidi il presidente della Regione Piemonte e il sindaco di Torino per verificare, si legge in una nota, le loro proposte sul cambiamento della governance e della gestione sia della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura sia del Salone del Libro. Il Consiglio Generale ha dato inoltre parere favorevole a un modello di società per lo sviluppo di manifestazioni fieristiche ed eventi per la promozione del libro a livello nazionale e internazionale.