Il Nostro ne ha combinata un’altra delle sue, una vicenda che, ovviamente, ha strombazzato sui social, fregandosene bellamente di farci una figura barbina anzichenò
Nemmeno il tempo di finire la nostra ramanzina nei confronti dei giovanissimi che seguono Greta Menchi, ecco che arriva una lezione anche per quelli della nostra generazione, per gli over 30 ipertecnologici e fighetti che si sono reinventati guru di qualcosa (e con un certo successo) pur di pagare le bollette. Lui è Francesco Facchinetti, figlio di Roby, già DJ Francesco, già conduttore di X Factor, già giudice di The Voice, già tutto e il suo contrario, adesso a capo di una sorta di agenzia che gestisce (bene, è il caso di dirlo) star del web e simili. Classe 1980, Facchinetti è il tipico Peter Pan, figlio di una generazione che è stata scavalcata dalle opportunità e che quindi si arrabatta come può. Molto attivo e molto seguito sui social (che praticamente sono diventati il suo lavoro), Facchinetti si è già reso protagonista di qualche scivolone, qualche frase non propriamente politically correct che ha fatto arrabbiare parecchia gente. E adesso ne ha combinata un’altra delle sue, una vicenda ai confini della realtà che lui, ovviamente, ha strombazzato sui social, fregandosene bellamente di farci una figura barbina anzichenò.
Praticamente, il Nostro doveva tornare a Milano, con volo da Roma Fiumicino, per presenziare alla presentazione dei palinsesti di La7 (visto che ha preso il posto di Simona Ventura alla conduzione di Miss Italia). Bene, anzi male, visto che Francesco Facchinetti è arrivato a Milano molte ore dopo il previsto, come ha dettagliatamente spiegato in un post su Facebook: “Mi avvicino al Gate e do il biglietto e la patente all’incaricata vestita con la nuova divisa Alitalia. Lei mi guarda e mi dice che non posso partire con la patente. Io le rispondo che è da anni che uso la patente però ho anche la carta di identità e quindi non c’è problema (poi capirò perché mi ha chiesto la carta di identità). Percorro il finger che mi porta all’aeroplano e entro nel velivolo. Appena arrivato mi accorgo che non è Alitalia ma KLM, la compagnia di bandiera olandese. Nella mia testa penso che sarà un volo in collaborazione, come accade sempre. A quel punto mi siedo, apro il Mac e rispondo ad un po’ di mail. Poi inizio a ronfare e mi sveglio appena la vocina dice che stiamo atterrando. Guardo l’orologio e sono le 20 e mi dico che non è possibile che ci abbia messo così tanto. Poi guardo fuori dal finestrino e vedo il mare. IL MAREEEEE. Il MAREEEEEEEEE!!!!! A Milano non c’è il mareeeeee!!! La sensazione è questa: SONO DENTRO LOST. Non so dove sono. Passo 10 minuti completante fermo, immobile. Poi mi riprendo e chiedo a quello di fianco dove sono. Lui mi guarda come se fossi un matto e mi risponde: “AMSTERDAM”. AMSTERDAMMMMM???????? Sono ad Amsterdammmmmmmmmmm e dovevo andare a Milano. L’aereo atterra, mi squilla il telefono ed è mia moglie che mi insulta in 5 lingue. Poi mi chiama il mio assistente Carlo che è alla Polizia perché pensava che mi fosse successo qualcosa. Ora sono con gli aeratori di KLM che, nonostante non sia colpa loro, stanno cercando di farmi ripartire per Milano. Io mi sento ancora dentro un film. Sembra impossibile che sia accaduto tutto questo, ma è accaduto! Mia moglie che pensa che sia andato a fare il balordo ad Amsterdam, rende il tutto ancora più folle. Chiedo scusa alle persone che mi aspettavano a Milano per gli appuntamenti di lavoro che avevo, ma quando ci sono di mezzo io TUTTO PUÒ SUCCEDERE”.
Ora, a parte la figura barbina di un tizio di quasi quarant’anni che non riesce nemmeno a leggere sullo schermo la destinazione del volo che sta prendendo, il fatto ancora più grave è un altro: che diavolo di controlli superficiali effettuano ai gate di Fiumicino, visto che un tizio con un biglietto per Milano si è imbarcato beatamente su un volo per Amsterdam? Magari l’addetta ai controlli si è imbambolata trovandosi al cospetto di una celebrity di tal fatta, roba che George Clooney o James Franco chi sono mai… Ma, scherzi a parte, forse la figuraccia dello svampito Facchinetti può persino avere una certa utilità, permettendoci di chiedere spiegazioni a chi cura i controlli all’aeroporto di Fiumicino. Perché stavolta ci è andata bene, visto che si trattava dell’innocuo e imbranato Facchinetti, ma se al suo posto ci fosse stato un malintenzionato, la situazione sarebbe decisamente diversa.