Quattro mesi di silenzio che avevano fatto pensare alla sua morte sotto i bombardamenti della coalizione occidentale o per mano degli aguzzini che lo stanno usando come faccia per la loro propaganda. John Cantlie, il giornalista britannico rapito dagli uomini dello Stato Islamico nel novembre del 2012, torna in video dopo un’assenza che durava dal 19 marzo. Ancora da Mosul, ancora senza la tuta arancione dei prigionieri di Abu Bakr al-Baghdadi e ancora in veste di reporter delle bandiere nere, Cantlie mostra la distruzione di alcuni quartieri della capitale irachena del Califfato, ormai assediata dalle forze governative di Baghdad. Di fronte alla camera montata su un drone, l’uomo sostiene che la coalizione anti-Isis non sta combattendo i jihadisti, ma sta distruggendo la vita delle persone comuni che vivono in quei territori. “Dovete chiedervi: perché la coalizione ha deciso di distruggere l’università (di Mosul)? – chiede Cantlie di fronte all’edificio distrutto – Se fosse stata un deposito di armi, un sito militare o un centro di addestramento per mujahidin sarebbe stato comprensibile. Ma era solo la migliore università dell’Iraq”
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