Politica

Senato, Aula respinge per la terza volta le dimissioni dell’ex M5s Vacciano

L'assemblea con 46 sì 196 no e 4 astenuti si è opposta alla richiesta del parlamentare di lasciare la poltrona. Intervistato da ilfattoquotidiano.it aveva detto: "Sono un prigioniero politico". Il grillino Lucidi: "Per la casta succhiasoldi attaccata alla poltrone è inconcepibile che un cittadino onesto possa tornare al proprio lavoro"

Giuseppe Vacciano non può lasciare la poltrona. Per la terza volta il Senato ha respinto con 46 sì, 196 no e 4 astenuti le dimissioni del parlamentare eletto con il M5s, ma ora iscritto al gruppo Misto.

Il senatore era diventato famoso per il suo intervento durante la maratona per la legge di Stabilità quando disse: “Stiamo votando il testo di Topolino“. Il 22 dicembre 2014 aveva annunciato la volontà di fare un passo indietro insieme alla collega Ivana Simeoni e al deputato Christian Iannuzzi (figlio della stessa Simeoni). I tre avevano espresso la volontà di abbandonare il Movimento in dissenso con la nomina del direttorio. Intervista da ilfattoquotidiano.it dopo il secondo “no” dell’Aula, aveva detto scherzando: “Sono un prigioniero politico”. E poi aveva aggiunto: “Voglio tornare al mio lavoro in Bankitalia. Una decisione dettata dalla coerenza. Nel momento in cui ho capito che la mia esperienza con il M5s era conclusa, insieme ad essa considero conclusa anche quella politica”.

“Accettare le dimissioni di Vacciano”, ha commentato il capogruppo M5s Stefano Lucidi, “manderebbe in tilt tutto il sistema dei voltagabbana di Palazzo. Oggi abbiamo visto uno spettacolo penoso dove la coerenza di chi vuole dimettersi e tornare al proprio lavoro di tutti i giorni è come la luce per i vampiri della casta del Senato. Per la casta succhiasoldi attaccata alla poltrone è inconcepibile che un cittadino onesto possa tornare al proprio lavoro”.