La console che chi è nato tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta non può non conoscere aveva esordito sul mercato nipponico nel 1983, due anni dopo negli USA e nel 1987 era finalmente arrivata in Italia. Adesso il grande ritorno
Probabilmente non sarà la novità tecnologica dell’anno o chissà quale rivoluzione nel mondo dei videogiochi, ma il ritorno della NES, la vera, prima console di enorme successo della Nintendo, rischia di innescare quell’effetto nostalgia che in questi giorni la società giapponese ha già dimostrato di saper maneggiare con perizia grazie a Pokemon Go. La console NES, che chi è nato tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta non può non conoscere, aveva esordito sul mercato nipponico nel 1983, due anni dopo negli USA e nel 1987 era finalmente arrivata in Italia. È stata la console dei vari SuperMario Bros., della caccia alle anatre di Duck Hunt, di Donkey Kong, Zelda e Castlevania. Parecchi anni prima dell’arrivo della Playstation, NES aveva stravolto il mondo dei videogame con un prodotto decisamente indirizzato al grande pubblico.
E adesso, ventuno anni dopo l’uscita di scena (era l’agosto 1995), Nintendo ha deciso di regalare ai tanti Millennials che ne sentivano la mancanza, una riedizione particolare, che come dicevamo promette molto dal punto di vista tecnico. L’appuntamento è per l’11 novembre e pare si tratti, infatti, di una versione “mini” (così mini da stare sul palmo di una mano, almeno a dar retta alle prime immagini pubblicate sui social Nintendo) che non prevede dunque l’utilizzo di “cartucce”. Trenta giochi, infatti, saranno pre-installati in memoria, e a leggere i titoli gli over 30 di tutto il mondo tratterranno a stento l’emozione: Mario Bros., Castlevania, Donkey Kong, Final Fantasy, Ghosts’n Goblins, Metroid, Punch-Out!, Pac-Man, Super Mario Bros. 1, 2 e il meraviglioso 3, The Legend of Zelda, Zelda II e molti altri.
A riprova del fatto che non entrerà affatto in competizione con le console che vanno per la maggiore oggi come PS4 e XBOX, la petite madeleine proustiana made in Japan dovrebbe costare attorno a 60 dollari. Un prezzo risibile, considerando quanto bisogna sborsare per le console a cui facevamo cenno; un prezzo che potrebbe trasformare questa operazione nostalgia in un colossale numero di mini-console vendute. All’interno della confezione, oltre alla Nintendo Classic Mini, troveremo anche un cavo HDMI per collegarla alle tv di ultima generazione (trent’anni fa impazzivamo a trovare la frequenza giusta) e un cavo USB per l’alimentazione. C’è da giurare che tra gli over 30 si rivivranno emozioni infantili e adolescenziali che si credevano ormai sepolte per sempre, e i giovani “gamer” dei giorni nostri potrebbero persino appassionarsi di fronte a titoli così retro, rigorosamente a 8-bit e in 2D.