Non essendo mai stata individuata la sua fonte, infatti, Agostino Pantano (all’epoca responsabile della redazione di Gioia Tauro di Calabria Ora) si è dovuto difendere dall’accusa di ricettazione, cioé di essersi appropriato in modo illecito della relazione della Commissione d’accesso.
“Al fine di procurarsi un profitto, ossia la realizzazione degli articoli costituenti la sua attività professionale – recitava il capo di imputazione – Pantano acquistava ovvero riceveva notizie (sottoposte al segreto di ufficio) circa la relazione redatta dalla commissione di accesso, atto propedeutico e fondante il decreto di scioglimento del consiglio comunale di Taurianova per condizionamenti mafiosi, nell’attività amministrativa e politica di quel Comune”.
“Questo processo non si doveva tenere – ha dichiarato il giornalista calabrese dopo la lettura della sentenza – perché il mio diritto a scrivere di quell’inchiesta era già stato stabilito da un giudice che aveva archiviato la denuncia per diffamazione presentata dall’ex sindaco di Taurianova. Abbiamo difeso la libertà di stampa da una deriva giudiziaria che considera la notizia al pari di cose ricettate. Alla fine ho solo fatto il mio lavoro, cioè quello di informare i cittadini di cosa succedeva all’interno del Comune di Taurianova. Spero che questo caso limite serva ad alzare la guardia per chiedere quelle riforme che impediscano lo svilimento del diritto di cronaca”.