Thomas Russo è un ristoratore italiano, che vive e lavora a Nizza, è uno dei primi a raccontare i minuti e le ore di terrore che hanno scosso la Francia nella notte del 14 luglio. “Terribile, scene di terrore, in trenta secondi ho avuto il locale pieno di gente terrorizzata”
Mondo - 15 Luglio 2016
Attentato Nizza, il cuoco italiano: “Un fiume di persone terrorizzate”
La Playlist Nizza, attentato 14 luglio
- 12:19 - Turismo: Mattarella, 'ampliare circuiti oltre grandi città'
Roma, 19 nov. (Adnkronos) - "Nelle città più grandi, nelle mete tradizionali del turismo i flussi sono divenuti così imponenti da creare problemi non piccoli di gestione. Ampliare i circuiti del turismo italiano, far conoscere altri luoghi e altri percorsi, offrire esperienze diverse ma anch’esse di alta qualità, consentirebbe anche di entrare in contatto con i tanti valori dell’Italia". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo all'Assemblea della Confesercenti.
- 12:18 - IA, il filosofo Floridi: "Incide profondamente su organizzazione produzione commercio e scambi"
Roma, 19 nov. (Adnkronos/Labitalia) - L'impatto dell'IA sulla società, sull'ambiente e sul mondo del business. Questo l'argomento affrontato dal filosofo Luciano Floridi in un videomessaggio all'evento Adnkronos Q&A, 'Trasformazione digitale, dentro l'AI'. "Si usa la parola inglese disruptive - spiega - per dare il senso di questa trasformazione radicale, poi però in genere ci si ferma lì. Si dice 'una tecnologia disruptive sta cambiando tutto', ma in che senso per quanto riguarda il mondo del business? Ovviamente i sensi sono molti, ma io metterei l'accento sull'impatto. Tutte le società, tutte le aziende, tutti i modi della produzione a un certo punto arrivano a una certa organizzazione, un modo di strutturare la produzione, le comunicazioni, gli scambi, il commercio. In questo caso l'intelligenza artificiale sta incidendo profondamente su questi equilibri: nascono nuove attività, si ha sempre il timore che dietro l'angolo ci sia una startup che ci metterà fuori dal mercato. I mercati stessi si stanno trasformando".
"Che cosa significa oggi - spiega Floridi - essere in una determinata industria piuttosto che in un'altra? Si sta anche questo trasformando in una ibridizzazione, per cui aziende che fino all'altro ieri producevano software diventano anche delle banche, le banche diventano produttrici di app e così via. Allora disruptive degli equilibri che la nostra società ha un po' acquisito dal mondo dell'industria e post bellico. Poi disruptive nel senso delle aspettative: vista questa trasformazione così radicale, sempre più ci aspettiamo l'impossibile. E allora che cosa si aspetta la clientela? Che cosa si aspetta il fornitore? Che cosa si aspetta la società? O magari che cosa ci si aspetta dai law makers, i policy makers, i decision makers. Bisogna guardare l'intelligenza artificiale come una forza dirompente che sta cambiando gli equilibri e le aspettative di una società che abbiamo ereditato dal tardo novecento".
Il filosofo Florridi pone poi l'accento sulle opportunità e sui rischi. "La vera opportunità - spiega - non è tanto conoscere che cosa il mondo dell'intelligenza artificiale produce, quali servizi, quali prodotti, quali straordinarie soluzioni possono essere messe in campo, ma soprattutto capire da un punto di vista di opportunità come integrare tutto questo all'interno di un'azienda, di un mondo produttivo che potrebbe essere una piccola startup o una grande multinazionale. Capire bene che la medaglia ha due facce e che la faccia importante dall'altra parte dell'innovazione è quella dell'integrazione, oggi significa essere in grado di cogliere le opportunità fino in fondo. Questo significa conoscere i propri problemi, sapere esattamente dove andare a toccare il sistema affinché qualunque soluzione fornita dall'intelligenza artificiale, da machine learning, da un bot o da un sistema robotico può realmente migliorare il nostro sistema produttivo, magari innalzare la produttività, abbassare i costi o ampliare il nostro mercato".
"Tuttavia - avverte - c'è il rischio di perdere di vista chi c'è dietro. In questo caso il cliente, il fornitore, l'altra azienda, le persone. Perdere di vista anche l'ambiente. E' molto facile accumulare moltissimi dati, lavorare sui dati e finire per lavorare soltanto sui dati. Lo abbiamo visto addirittura durante il Covid, quando a un certo punto invece di parlare dei pazienti abbiamo cominciato a parlare dei profili digitali dei pazienti. Non è un rischio voluto, è un rischio che purtroppo è presente come un cosiddetto side effect, cioè come un effetto secondario di qualcosa di buono. Avere molti dati significa avere più informazione, lavorare i dati con intelligenza, attraverso l'intelligenza artificiale, automatizzando lì dove possibile, significa essere più efficaci e più efficienti, ma significa anche a volte rischiare di non avere più presente chi c'è dietro a questi dati. E' un po' quello che con una frase ad effetto si potrebbe chiamare l'eclisse dell'analogico. Non vediamo più quello che c'è dietro, ma ci fermiamo soltanto alla facciata digitale".
"Attenzione - sottolinea - all'eccessivo entusiasmo circolante in questo periodo nei confronti dell'intelligenza artificiale. Mettere a terra l'intelligenza artificiale vuol dire anzitutto avere i propri dati, non tanto quindi prendere un pacchetto di servizi, ma capire come questo pacchetto di servizi può essere adattato alle mie esigenze, quindi conoscenza ottima, perfetta, profonda dei propri problemi, integrazione e soprattutto quali ottimi dati ho a disposizione per far sì che i modelli di intelligenza artificiale che andrò a utilizzare sono addestrati sui miei dati e quindi possono rispondere alle mie esigenze, non a qualcosa di generico".
"Attenzione - rimarca Luciano Floridi - perché il vostro bot ordinario gratuito online è una demo, non è il prodotto, non è il servizio, è per far vedere che cosa può fare se, ma non come mettere a terra. Attenzione a non farsi prendere un po' troppo la mano, soprattutto se sia una piccola media impresa, dalla voglia di partecipare. Controllare esattamente quali sono i dati a propria disposizione, quali sono i servizi che possono essere disrupted, dove si può intervenire a intelligenza zero. In modo che il controllo umano e la visione di dove si vuole arrivare sia di tipo manageriale, ma quell'elemento non abbia più bisogno di intelligenza umana per mettere in comunicazione A con B. In altro termine, evitare tutti quei contesti in cui noi, come esseri umani, stiamo lavorando semplicemente come interfacce".
- 12:14 - Butti: "IA è al centro della nostra agenda politica e strategica"
Roma, 19 nov. - (Adnkronos) - "Grazie all’impegno del nostro Governo, l’Italia ha finalmente messo l’IA al centro della sua agenda politica e strategica". Lo sottolinea Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega a Innovazione tecnologica e transizione digitale, in un messaggio inviato per l'evento 'Trasformazione digitale, dentro l'AI', organizzato dall'Adnkronos. Butti ricorda l'azione "su diversi fronti. Sul piano europeo, l’Italia ha giocato un ruolo fondamentale nell’approvazione dell’AI Act, promuovendo un modello che bilancia l’innovazione tecnologica con la tutela dei diritti umani. Non ci siamo accontentati di regole basate su codici di condotta volontari: abbiamo sostenuto un impianto normativo rigoroso, con sanzioni per garantire trasparenza e responsabilità".
Ma - aggiunge - "l'Italia sta spingendo l’adozione dell’IA nel settore pubblico. Nel Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione (o semplicemente Piano Triennale) di Agid, strumento essenziale per promuovere la trasformazione digitale della PA, è stata inserita per la prima volta un’ampia sezione dedicata all’Intelligenza Artificiale nella PA. Sono già in corso circa 38 progetti di IA nelle pubbliche amministrazioni, e l’obiettivo è raggiungere i 400 progetti entro il 2026. Durante l’ultima ministeriale G7 sull’innovazione, tra le moltissime cose fatte c’è stata anche l’approvazione insieme ai colleghi dell’OCSE di un toolkit per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle pubbliche amministrazioni".
Butti ricorda poi come "un altro passo decisivo è stato l’elaborazione della Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026, sviluppata da un comitato di esperti. Questo piano non solo analizza gli impatti dell’IA, ma definisce una roadmap per il suo sviluppo responsabile e inclusivo, assicurando che questa tecnologia rispecchi i nostri valori e le nostre priorità".
Il sottosegretario sottolinea come "la strategia nazionale include un obiettivo ambizioso (citato nell’azione 1.2 della strategia nazionale IA) di raccogliere 1.500 milioni di euro di fondi per l’IA entro il 2026, posizionando l'Italia in prima linea in Europa per investimenti IA, insieme alla Spagna".
"Sul fronte legislativo, siamo il primo Paese in Europa ad aver approvato un Disegno di Legge sull’Intelligenza Artificiale, già in fase di audizioni in Senato. Questo conferma la nostra volontà di essere leader in questa rivoluzione tecnologica, non solo regolatori".
Butti ricorda come "l’Italia può contare su un patrimonio di ricerca scientifica ampio e solido, con oltre 53 università che offrono corsi specializzati in IA e un dottorato nazionale attivo. Centri di eccellenza, come l’ELLIS di Milano e l’AI4Industry di Torino, promuovono l’innovazione, supportando la formazione delle nuove generazioni di professionisti in IA e consolidando la ricerca sul territorio".
Ma il governo - rivendica il sottosegretario - sta anche "lavorando per attrarre investimenti strategici nelle infrastrutture digitali. Grandi aziende come Microsoft e Amazon Web Services hanno scelto l’Italia per i loro data center, con investimenti complessivi di oltre 5,5 miliardi di euro. Questi data center sono fondamentali per sostenere l’innovazione tecnologica e posizionare il nostro Paese come hub tecnologico di riferimento per l’Europa e oltre".
- 12:13 - Pmi: Mattarella, 'piccoli esercizi e negozi storici elemento di coesione sociale'
Roma, 19 nov. (Adnkronos) - "Non va mai dimenticato che il tessuto connettivo del commercio e dell’imprenditoria diffusa costituisce elemento di coesione della società. Non va lacerato il tessuto dei piccoli esercizi, dei negozi storici delle città e dei paesi. La pluralità è un bene prezioso. C’è una biodiversità che ha grande valore anche sul piano economico e sociale. Indebolirla sarebbe autolesionistico. La vivibilità, la sicurezza, la socialità dei quartieri, dei centri più piccoli, dei borghi, dipende da questa rete di presenze". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo all'Assemblea della Confesercenti.
"I rischi più consistenti di chiusura dei negozi -ha quindi ricordato il Capo dello Stato- gravano in modo particolare proprio sulle aree interne e rurali, sui territori montani, sui paesi divenuti ora, con la rarefazione dei servizi, più lontani dalle reti infrastrutturali, dalle scuole e dagli ospedali. Va interrotto il circolo vizioso che si realizza con declino demografico e desertificazione commerciale e dei servizi. Il divario che penalizza le aree interne –e che assume non di rado il carattere di un vero e proprio spopolamento– è un freno allo sviluppo di tutto il Paese, e non soltanto di aree limitate. La leva del commercio, la leva del turismo, son preziose. Essenziali".
- 12:12 - Giustizia: Santalucia (Anm), 'politica decide ma partecipi anche chi ha qualcosa da dire'
Messina, 19 nov. (Adnkronos) - "I temi della giustizia non devono essere riservati solo a chi fa politica per mestiere. E' un modo per deprimere la qualità della democrazia. La politica decide ma devono partecipare tutti coloro che hanno qualcosa da dire". Così il Presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia a margine di un convegno a Messina.
- 12:07 - Giustizia: Santalucia (Anm), 'Meno convegni e più lavoro? Tempi giustizia ridotti grazie a noi'
Messina, 19 nov. (Adnkronos) - "La Lega dice che dobbiamo fare meno convegni e più lavoro? Un modo per dileggiare l'associazionismo giudiziario. Noi lavoriamo e lo dicono i numeri che il ministro ha snocciolato nella sua relazione annuale. I tempi della giustizia si sono ridotti grazie al lavoro dei magistrati. Questo è il dato". Così il Presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia, replicando da Messina alla Lega.
- 12:07 - Ibarra (Engineering): "Settore con maggiore disruption per IA sarà la formazione, le persone dovranno reinventarsi"
Roma, 19 nov. (Adnkronos) - Con l'utilizzo sempre più elevato dell'intelligenza artificiale "una delle industrie in assoluto che avrà il tasso di disruption più forte sarà quella della formazione" dove si dovrà capire "che tipo di riformazione dovranno avere le persone che hanno fatto un mestiere per tanti anni e che dovranno reinventarsi". Lo ha sottolineato Maximo Ibarra, ceo di Engineering, nel corso del convegno 'Trasformazione digitale, dentro l'Ai' organizzato da Adnkronos.
"La formazione non potrà essere quella fatta finora" ma se "aspettiamo che il mondo accademico formi tutte le persone con competenze digitali o Stem non ce la faremo mai o non ce la faremo nei tempi previsti. Quindi avremo un andamento ancora più preoccupante di calo dell'occupazione e poi rioccupazione successiva. Noi - ha proseguito - abbiamo da moltissimi anni una 'academy'" che "è un valore fondante dell'attività di Engineering. Ci sono circa 30mila giornate di formazione all'anno" con "500 docenti di cui la metà sono colleghi di Engineering e l'altra metà sono docenti di Università e di altre istituzioni in giro per Italia e Europa. Questo ci dice che la formazione continua e non è legata a chi ha una base scientifica importante: la facciamo anche nei confronti di chi non ha avuto una formazione digitale, perché non ci sono tutte le persone di cui abbiamo bisogno". Abbiamo, ha detto ancora Ibarra, "la consapevolezza che questi ragazzi sono sempre più interessati alla tecnologia come strumento ma come output di quei casi che possono migliorare la vita di tutti i giorni".
"Non è possibile immaginare quale sarà l'evoluzione dell'intelligenza artificiale da qui ai prossimi due anni" e per "intercettarla ed essere competitivi in questo contesto bisogna essere estremamente agile. Quando un sistema Paese decide di investire in ricerca e innovazione, lo deve fare velocemente con volumi e dimensioni ragguardevoli, altrimenti parliamo di gocce che cadono in uno stagno e non succede nulla".
E' necessario, ha quindi aggiunto, "investire massicciamente in ricerca e innovazione" con "risorse non clamorose per un bilancio dello Stato ma abbastanza normali ma concentrate" così da "non tanto riuscire a superare chi sta avanti ma almeno rimanere attaccati alla ruota e non perdere terreno".