di Massimiliano Chirico e Simone Vacatello per Crampi Sportivi

Avete mai letto interamente il regolamento della Bundesliga?
Spulciando il novero di norme che regolano il maggiore campionato tedesco vi risulterà molto facile imbattervi nella regola più importante di tutte: se sei un giocatore molto forte che si mette in luce in una squadra qualsiasi che non sia il Bayern Monaco, e la quale magari tenta anche timidamente di mettersi tra la vittoria del titolo e il Bayern Monaco, be’, a un certo punto devi assolutamente giocare per il Bayern Monaco.

Molti di voi potrebbero anche non crederci, vi sembrerà assurdo che nel campionato con la più alta percentuale di riempimento degli stadi di tutta Europa ci sia una sola squadra che vince il campionato praticamente a marzo e le altre che provano, spesso invano, ad ostacolarla ma negli ultimi 31 anni i bavaresi hanno vinto 19 volte il Meisterschale, lasciando a un gruppetto di altre sei squadre la possibilità di spartirsi i restanti 12 titoli.

Ora, se è vero che dopo aver strappato Pjanic alla Roma la Juventus si appresta a lanciare l’offensiva al Napoli per Higuain, riuscirete a provare sulla vostra pelle anche solo per pochi secondi l’emozione disumana che si prova ad essere la squadra che ha trovato il trick per fagocitare il campionato Italiano.

Tutta la classe e la qualità di centrocampo della terza in classifica e, se le voci diventeranno realtà, tutti i gol ammazzarecord della seconda, uniti nell’amore, a rinforzare la squadra che ha vinto gli ultimi cinque scudetti consecutivi (alle cui file si è aggiunto anche il terzino destro del Barcellona). Insomma, sulla carta pare delinearsi una sorta di disaster movie a senso unico, un’operazione Faglia di San Andreas che andrebbe ribattezzata per l’occasione Faglia del Fiume Po.

Se così fosse l’obiettivo non tanto velato di Giuseppe Marotta sarebbe di creare una voragine pazzesca che separa la sua squadra dalle altre, dando vita al Campionato dei Luoghi Comuni: la Serie A non avrà più lo stesso nome ma si chiamerà “Lega Francesco Totti l’aveva detto, però”, con tutte  le squadre avversarie che saranno indistintamente chiamate le “Foxes” per convincere i propri sostenitori che il miracolo del Leicester può ripetersi a qualsiasi latitudine, sennò sarebbe inutile; al termine di ogni stagione poi, la Juventus Campione d’Italia omaggerà le altre squadre versando su di esse il suo ricco budget, accumulato tra diritti Tv, premi della Champions e incassi, chiedendo in cambio il semplice e piccolo sacrificio del miglior giocatore sulla piazza. Dai, che vi costa, tanto è uno solo.

Abbiamo dimenticato da tempo il significato della parola incedibile: man mano che l’operazione Higuain prende corpo nell’eco dei media cresce in noi la consapevolezza di assistere al compimento di un qualcosa di superiore, frutto di programmazione e scelte ponderate, fatto di migliaia di tasselli che stanno incastrandosi in settori diversi con l’obiettivo di dare vita alla squadra più forte di sempre, con un impatto devastante sui tifosi che prima o poi però si faranno convinti, accomunandosi al dolore che da anni affligge i sostenitori del Borussia Dortmund, ad esempio.

Il trasferimento dal Napoli alla Juventus del più letale centravanti degli ultimi cinquant’anni (dati alla mano), qualora si rivelasse fondato, sarebbe al contempo il punto di partenza di una nuova fase e di arrivo per la realizzazione di fatto del darwinismo nel nostro pallone, il seme che aiuterà tutti a capire che è assurdo sperare di ostacolare la Juve. In quel caso il calciomercato estivo diventerebbe definitivamente una spartizione di figurine avanzate tra una manciata di ragazzini, mentre uno solo tra loro ha già finito l’album a pochi giorni dall’uscita sul mercato. In quel caso se ne dovrà fare una ragione anche mia madre, che non capiva perché il nostro neonato gatto nero dovesse chiamarsi Gonzalo in onore di un certo attaccante argentino e al quale adesso, se questo apocalittico scenario dovesse concretizzarsi, non resterebbe che cambiare nome in Marekiaro.

Vallo a spiegare al micio.

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