L'iniziativa è arrivata ad un passo dal quorum al Senato dove, a ridosso della scadenza temporale per la raccolta, mancavano solo 25 firme. Alla, Camera, invece, hanno firmato solo un quinto dei deputati richiesti. Galgano (Scelta Civica): "Prevale la vecchia politica che privilegia i giochi di potere rispetto al merito"
Tramonta definitivamente l’ipotesi spacchettamento del quesito referendario sulle riforme costituzionali. E’ fallita la raccolta firme tra i parlamentari necessaria per presentare la proposta di voto per parti separate al vaglio della Cassazione. L’iniziativa, lanciata dai radicali, è stata bocciata dal premier Matteo Renzi, spiegando che l’ipotesi “non sta in piedi”. La raccolta firme è arrivata ad un passo dal quorum al Senato dove, a ridosso della scadenza temporale per la raccolta, mancavano solo 25 firme. Alla, Camera, invece, hanno firmato solo un quinto dei deputati che sarebbero serviti per presentare richiesta.
“Prevale la vecchia politica che privilegia i giochi di potere rispetto al merito – ha commentato Adriana Galgano, deputata di Scelta Civica che ha promosso l’iniziativa della raccolta – Lo spacchettamento sarebbe stato il modo migliore per spoliticizzare e spersonalizzare il referendum. Invece sia l’opposizione che la maggioranza hanno puntato alla mera semplificazione come arma per vincere”.