Come chiodo scaccia chiodo, altrettanto morti cancellano morti. L’escalation dei fatti di Nizza con il suo carico di vittime sta già facendo evaporare il dramma di Corato. Eppure, è importante stay focused, rimanere concentrati sulla morte che corre sui binari (unici e insicuri) da cui è malamente attraversato il nostro paese.
Mentre la magistratura lavora per accertare le responsabilità penali, noi abituali consumatori di treni dalla tratta breve ci si aspettava almeno un po’ di attenzione sulla tragedia quotidiana che viviamo sulla nostra pelle. Invece, evidentemente, i pendolari non sono abbastanza glamour.
Sì, certo, qualcuno si è sforzato di cercare e individuare responsabilità sulla sicurezza dei nostri convogli della disperazione, qualcuno si è anche fatto avanti con una ipotesi sulle cause del malservizio in generale, qualcuno si era addirittura preoccupato di quella particolare linea ferroviaria, ma assai poco è circolato il rapporto di Legambiente sul movimento di passeggeri pendolari e le condizioni in cui sono costretti a viaggiare (verrebbe da dire “vivere” data la quantità di tempo che si trascorre su quei vagoni). Pare addirittura che quegli ossessionati dai gufi di Palazzo Chigi l’abbiano ricevuto e cestinato. Sarà vero?
In ogni caso, anche i media non hanno brillato per diffusione dell’informazione. Tra i pochi che se ne sono occupati, merita una citazione il ligure Secolo XIX che ha dedicato al tema una bella inchiesta a tutta pagina. In tempi di link, è abbastanza inutile farvi perdere tempo a leggere opinioni e commenti, quando tutti possono informarsi direttamente alla fonte e trarne personali conclusioni.
Per chi non avesse tempo, si possono riassumere i dati generali. Nel 2015 i passeggeri pendolari sono stati 2.800.000 e rotti (paganti), l’alta velocità ha incrementato le corse Roma-Milano del 370% tra il 2007 e il 2015, mentre la ex Circumvesuviana ha tagliato il servizio del 30%. Tra il 2010 e il 2015, il Piemonte è stata la regione che ha aumentato maggiormente le tariffe (+47,3%) e la Calabria la regione che tagliato di più i servizi (-26,4%). La Genova Voltri-Genova Nervi è la linea più lenta con 25 chilometri all’ora (si farebbe prima in bici). Paradossalmente, nonostante l’inferno a cui siamo sottoposti (cancellazione corse, ritardi, rotture, toilette chiuse, sporcizia, etc) pare che, da bravi masochisti tricolori, usiamo i treni pendolari sempre di più.
Comunque, un flash mob di 2 milioni e 800 mila persone finirebbe sui tg di tutto il mondo. Ci vogliamo pensare?