Recentemente sono passato dalle stazioni di Milano e Roma e dall’aeroporto di Fiumicino e mi è parso che la vigilanza sia un po’ limitata dall’esigenza di non spaventare i turisti. Sicuramente anche i nostri generali gliel’avranno fatto notare. Io, ad esempio, al terminal 3 di Fiumicino, su quella terrazza interna che domina tutto l’immenso atrio dei check-in, un paio di cecchini ce li metterei. Il cecchino fa ansia? Sicuramente nel nostro esercito ci sono delle belle ragazze con un’ottima mira, potremmo mandarci loro. Le donne sono tranquillizzanti. E perché non vestirle in modo meno minaccioso? Chessò, una nuova divisa estiva tipo quelle dell’Alitalia, col fucile truccato da alberello. L’importante è che abbiano in dotazione dei Barrett M82 calibro 12,7 mm.
Il sito del suo ministero mi assicura che ne abbiamo parecchi in dotazione. Usateli. Le cecchine risolvono molti problemi. La cecchina sorridente in tailleur tricolore non le piace proprio?
Va bene, mettiamoci dei fucili incassati nel soffitto con servomeccanismo di sparo, telecamera e comando a distanza. Non li vede nessuno. Ma forse li avete già messi e non me lo venite certo a dire. Vorrei però ricordarle che in questa guerra contro il terrorismo, schierare le truppe serve relativamente.
Certamente lei saprà che in Israele la vigilanza nei luoghi pubblici punta solo parzialmente alla funzione difensiva del presidio armato. Loro mirano ad individuare gli aggressori prima che entrino in azione. La spina dorsale del sistema israeliano è la formazione degli agenti nella tecnica di analisi dei comportamenti. Chi vigila sulla sicurezza non si limita a star di guardia, ma usa molti strumenti in grado di individuare anche il minimo comportamento anomalo: ogni possibile segnale della tensione nervosa tipica di chi si prepara a uccidere.
Israele schiera addirittura giovanissimi specialisti che negli aeroporti sono incaricati di parlare con i passeggeri uno per uno, seguendo un preciso copione che aiuta a individuare situazioni critiche. Ti si avvicina una ragazzina e inizia a farti domande tipo: da che città vieni? Cosa c’è di bello da vedere nella tua città? Cosa ti piace fare quando non lavori? Una cosa molto accogliente che non pensi di avere di fronte un agente del Mossad capace di spezzarti il mignolino del piede in 4 decimi di secondo. Queste interviste, unite alla capacità di leggere il linguaggio del corpo, si sono dimostrate estremamente utili per sventare progetti terroristici.
Il massacratore di Nizza era stato fermato dalla polizia: è riuscito ad arrivare sul lungomare col camion dicendo che doveva consegnare dei gelati. La polizia lo aveva fermato, ma gli agenti non hanno visto nei suoi gesti, espressioni e atteggiamenti posturali, neppure un minimo segnale di tensione. E come avrebbero potuto? L’attenzione a questi particolari non fa parte della loro formazione.
Nel settore dell’analisi comportamentale le nostre forze armate possono vantare alcune situazioni di grandissima eccellenza e ufficiali con una preparazione straordinaria. E se vuole sono disposto a darle una mano anch’io: da 35 anni tengo corsi di arti marziali verbali e lettura posturale dell’aggressività. Credo che sarebbe interessante una collaborazione tra attori e militari. Sempre di territori di confine si tratta.
Ma forse bisognerebbe anche dire agli italiani che l’unico vero deterrente strategico contro il terrorismo sarebbe investire molto denaro nello sviluppare la cultura e l’economia nei Paesi in via di sviluppo e nelle nostre periferie disagiate. E magari si dovrebbe smettere anche di strangolare le economie africane e mediorientali con dogane, dazi e prodotti agricoli europei venduti sottocosto grazie ai finanziamenti comunitari. Ma so che questo è difficile perché per alcuni è estremamente conveniente speculare sui profughi, sulla vendita di esseri umani, armi, droga, contrabbando di petrolio e sulla ricostruzione di intere città distrutte dai bombardamenti.
Mi sento di aggiungere infine che nel contrasto al terrorismo sarebbe estremamente efficiente smettere di appoggiare e finanziare dittatori, criminali e terroristi, seguendo le labili convenienze momentanee. E anche invadere posti come l’Iraq inventandosi armi di distruzione di massa e poi scoprire che per salvare gli iracheni abbiamo causato un milione di morti non va bene. Son cose che producono gravi danni d’immagine.
Sa com’è, dopo che i crociati hanno nutrito e protetto lo Scià, Saddam, i golpisti algerini, Bin Laden e l’Isis (quando tornava utile per liberare la Siria) vien da chiedersi se non sia il momento di piantarla di allevare mostri che poi ti si rivoltano contro.
Cosa si dovrebbe fare per fermare il terrorismo? Vedi anche Ditelo: “Ma chissenefrega dei bambini morti!” Questo pensate!