Colpita la Francia nel giorno in cui si commemora la presa della Bastiglia, il simbolo più terrificante dell’assolutismo despotico europeo, da parte del popolo parigino. Un anniversario che dovrebbe essere celebrato anche nel resto del mondo libero dal momento che è stata la rivoluzione francese a piantare il germe della democrazia popolare. La scelta del 14 luglio, quindi, non è casuale. Ma andiamo per gradi.
Mentre da mesi in Francia l’allarme terrorismo islamico è altissimo e l’antiterrorismo europeo non ha fatto che ribadire che era possibile un attacco durante i campionati di calcio, ecco che questo arriva pochi giorni dopo la loro chiusura, quando l’allerta terrorista era stata abbassata e tutti pensavano alle ferie ed alle vacanze. Impensabile era anche la possibilità che l’attentato si concretizzasse con una nuova modalità, diversa dalle classiche bombe suicide: una carneficina notturna alla chiusura di una giornata di festa usando un camion, le solite arme d’assalto e qualche esplosivo. Prima di analizzare il simbolismo dell’attentato, l’ultimo di una lunga lista di “11 settembre europei”, soffermiamoci su quanto sia facile fare una strage oggi nel vecchio continente. Ne abbiamo subito conferma analizzando le modalità usate negli ultimi due anni dal terrorismo del fondamentalismo islamico, non importa se ispirate da Al Qaeda o dall’Isis.
Primo punto: è facile procurarsi le armi in Europa, in parte ciò è dovuto alla porosità dei confini dell’Unione europea e in parte alla rimozione di quelli interni. L’espansione ad oriente dell’Ue ha facilitato il contrabbando di esplosivi e armi provenienti dalle nazioni e regioni confinanti: Balcani, Caucaso, medio oriente. L’aumento del commercio, degli scambi, l’impennata del movimento delle persone all’interno dell’Unione e fuori rende i controlli sempre più difficili. Come è facile trasportare balle di denaro da riciclare da un paese all’altro così è facile contrabbandare le armi.