Uno degli aspetti peggiori della discussione sul terrorismo, sulle sue cause e sulle possibili soluzioni, è indubbiamente costituito dall’intento strumentale di chi, lungi dal voler contribuire con un’analisi obiettiva e approfondita ad affrontare l’inquietante fenomeno, mira a trarne profitto per meschini interessi di bottega. Chiameremo tali persone saprofiti del terrore. Eravamo abituati a trovare in tale schiera poco onorevole personaggi screditati come Salvini, con le sue spregevoli foto sul luogo della strage di Bruxelles.
Su quanto simili personaggi contribuiscano alla crescita del terrorismo sono già più volte intervenuto, indicando tutti i pericoli di una spirale fra integralismi. Non bisogna peraltro dimenticare quanto alla crescita del terrorismo abbiano contribuito anche governanti senza scrupoli come Tony Blair (modello conclamato del nostro Matteo), che per aver mentito spudoratamente e coscientemente per ottenere la partecipazione del Regno Unito alla guerra contro l’Iraq dovrebbe oggi essere messo sotto processo e passare il resto dei suoi giorni in prigione. E’ infatti prevedibile che proprio dall’aggressione illegittima all’Iraq da parte di Stati Uniti, Regno Unito e altri Paesi occidentali e dai numerosi crimini di guerra e contro l’umanità commessi da tali Stati in tale occasione siano nati e si siano rafforzati i terroristi che stanno oggi spargendo morte e disperazione in varie zone del mondo, Europa compresa.
Senza dimenticare d’altronde che la diffusione del terrorismo è stata in certa misura agevolata dalle stesse potenze occidentali, nella stolida convinzione che alimentando e sostenendo i gruppi fondamentalisti si sarebbero potuto meglio destabilizzare gli Stati del Medio Oriente, all’insegna della politica del divide et impera. E’ noto peraltro come il gioco sia scappato di mano agli apprendisti stregoni, con le tragiche conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
La novità di questi giorni è se possibile ancora peggiore. Si tratta della dichiarazione della ministra Boschi, da tempo allarmata, al pari del suo capo Renzi, della piega sfavorevole assunta dal loro tentativo di deformare la Costituzione repubblicana. La Boschi ha avuto l’ardire di affermare che “per rispondere al terrorismo internazionale” occorre una nuova Costituzione e cioè quella proposta per l’appunto da lei e da Renzi. Sciagure di ogni tipo erano del resto già state vaticinate da personaggi di sicura obiettività (si fa per dire) come quel Boccia confindustriale che costituisce uno dei membri più influenti della constituency di Renzi e Boschi, o finanche indirettamente da un personaggio “al di sopra di ogni sospetto”, come Christine Lagarde, la Direttrice del Fondo monetario internazionale, istituzione alla quale, nonostante varie più recenti resipiscenze, sono addebitabili molte sciagure di ordine economico e sociale.
Fin qui però, per quanto infondata e irresponsabile, la predicazione delle sciagure eventualmente conseguenti al rigetto del disegno renziano si fermava alla sfera economica. Mancava l’invocazione del terrorismo, operazione questa sì sciagurata e irresponsabile per varie ragioni. Innanzitutto perché, nel momento in cui ipocritamente invoca l‘unità europea in materia, introduce anche in una materia di questa importanza e delicatezza, un elemento estremamente divisivo. Poi perché tentando di approfittarsi strumentalmente di un fenomeno di tale gravità compie un’azione anche eticamente riprovevole. Infine perché, agitando anche a proposito del terrorismo la panacea fasulla messa a punto da lei e dai suoi inetti suggeritori, allontana dallo sforzo, che dovrebbe essere unanime e convergente, della ricerca delle cause effettive e dei rimedi efficaci.
Un motivo in più quindi, per rigettare con un rotondo “No” le modifiche proposte da questo governo al prossimo referendum costituzionale. E per tornare, sgombrato finalmente il campo da questa “riforma” inutile e anzi dannosa, alla vera politica che può costituire, nella cornice inalterata della Costituzione repubblicana, l’unica risposta consensuale, democratica ed efficace alle numerose sfide che si presentano alla nostra società e alle nostre istituzioni, compresa quella inquietante ed angosciosa del terrorismo.