Il 29 giugno 2016 è stato pubblicato un discorso/intervista del direttore della Cia, John O. Brennan, in tema di sicurezza globale. Brennan ha riproposto un tema che, fin dall’inizio del secolo scorso, ha affascinato l’uomo: il controllo climatico, già introdotto dalle visioni di un pioniere della scienza come Nikola Tesla. Un tema che ha presumibilmente alimentato negli ultimi 70 anni una ricerca sotterranea e di norma secretata, mantenuta in stretto ambito militare. Un tema che risulta del tutto assente nelle riviste scientifiche internazionali dal dopoguerra in poi.

Parlando di tecnologie per la sicurezza, Brennan afferma che «un altro esempio è la gamma di tecnologie, spesso indicate nel loro complesso sotto l’etichetta di geo-ingegneria, che potenzialmente potrebbe contribuire a invertire gli effetti di riscaldamento associati al cambiamento climatico globale. Un’idea che mi ha personalmente attratto è l’iniezione di aerosol nella stratosfera, la cosiddetto Sai (Stratospheric Aerosol Injection, ndr). Si tratta di inseminare la stratosfera di particelle che possono aiutare a riflettere il calore del sole, così come fanno, più o meno, le eruzioni vulcaniche. Un progetto Sai potrebbe limitare l’aumento della temperatura globale, riducendo alcuni rischi connessi con le temperature più elevate, e fornendo all’economia mondiale ulteriore tempo per la transizione dai combustibili fossili. Questo processo è anche relativamente poco costoso. Il National Research Council stima che un programma Sai pienamente operativo costerebbe circa 10 miliardi di dollari all’anno.

Poiché la tecnologia appare promettente, andare avanti nello sviluppo di un progetto Sai potrebbe anche innescare una serie di sfide per il nostro governo e per la comunità internazionale. Dal punto di vista tecnico, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dovrebbe ancora accompagnare la Sai per affrontare gli altri effetti dei cambiamenti climatici, come l’acidificazione dei mari, poiché la Sai da sola non sarebbe capace di eliminare (ridurre, ndr) i gas serra dall’atmosfera. Sotto il profilo geopolitico, il potenziale della tecnologia per alterare gli assetti meteorologici e così favorire alcune regioni del mondo a scapito di altre potrebbe innescare una netta opposizione da parte di alcuni paesi. Altri potrebbero non lasciarsi sfuggire i benefici della tecnologia Sai e recedere dal loro impegno per ridurre le emissioni di anidride carbonica. E come accade per altre tecnologie innovative, le norme e gli standard internazionali sono insufficienti ad accompagnare l’implementazione e la messa in pratica del tecnologia Sai, così come per altre iniziative di geo-ingegneria».

Un accordo internazionale del 1978 proibiva l’uso militare o anche soltanto ostile delle ‘tecnologie di modificazione ambientale’, noto come UN Weather Weapons Treaty nel quadro della Convenzione Enmod. Nessuno è sicuro che tutti lo abbiano rispettato. Ma ciò ha impedito uno sviluppo di queste tecnologie alla luce del sole. Il discorso di Brennan è una sparata nello stile del dottor Stranamore o, come credo, un’onesta presa di posizione per fare emergere la questione presso il grande pubblico?

Si può anche vedere qui il discorso di Brenna con sottotitoli in italiano.

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