Del decollo da Incirlik era al corrente il comandante turco della base, generale Bekir Ercan Van, che proprio per questo è stato arrestato il giorno dopo insieme ad altri undici ufficiali turchi responsabili della base. Non è dato sapere se dell'operazione fosse informato anche il comandante americano Craig Wills
Per fare pressione su Washington affinché estradi Fetullah Gulen, presunto ispiratore del fallito golpe, il presidente Erdogan è arrivato ad accusare gli Stati Uniti di aver sostenuto militarmente i golpisti, affermando che i loro caccia F16 sarebbero stati riforniti in volo da aerocisterne americane decollate dalla base Nato di Incirlik.
Ma i log di volo e i rapporti militari mostrano che le quattro aerocisterne Boeing KC-135R Stratotanker decollate da Incirlik non erano quelle americane, presenti nella base, ma erano tutte appartenenti al 101° squadrone delle forze aeree turche, comandato del maggiore Orcun Kus di stanza al 10° Comando base rifornitori, cioè la sezione turca della base. I quattro velivoli, con segnale radio ‘Asena 01’, ‘Asena 02’, ‘Asena 03’ e ‘Asena 04’ (Asena è il codice radio del 101° stormo turco) sono stati tracciati dalla torre di controllo di Esenboga e registrati dai log Mode-S.
I quattro aerei si sono diretti verso Ankara per rifornire i sei caccia F-16 golpisti del 141° squadrone decollati dalla base di Akinci e che per tutta la notte sono rimasti in volo sulle città – per la cronaca, uno dei piloti ribelli era quello che ha abbattuto il caccia russo nel novembre del 2015. Gli F-16 governativi decollati dalla base di Eskisehir per intercettare i caccia golpisti e l’elicottero AH-1 Cobra che sparava sulla folla (poi abbattuto) hanno prima bombardato la pista della base di Akinci per impedire ai caccia nemici di tornare a rifornirsi, poi hanno ricevuto l’ordine di abbattere le aerocisterne: la ‘Asena 02’ era stata ‘agganciata’ ma l’ordine di sparare il missile non è stato dato perché era in volo su una zona residenziale e il suo abbattimento avrebbe causato una strage.
Del decollo da Incirlik delle quattro aerocisterne ‘ribelli’ era ovviamente al corrente il comandante turco della base, generale Bekir Ercan Van, che proprio per questo è stato arrestato il giorno dopo insieme ad altri undici ufficiali turchi responsabili della base. Non è dato sapere se dell’operazione golpista fosse informato anche il comandante americano del 39° stormo Usaf di stanza ad Incirlik, il colonnello Craig Wills. Quel che è certo è che le aerocisterne erano turche e non americane.