Stefano Graziano, consigliere autosospeso da Pd e indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, il 19 luglio è tornato tra i banchi del consiglio regionale della Campania. E il Movimento 5 Stelle, di tutta risposta, hanno abbandonato l’aula all’avvio dei lavori per protestare contro la sua presenza.

“Graziano – ha detto la consigliera del M5S Valeria Ciarambino – ha continuato a percepire in questi mesi lo stipendio nonostante la sua assenza. Oggi riappare come novello figliol prodigo, ricevendo baci e abbracci. Che il ritorno avvenga oggi, nell’anniversario della morte di Paolo Borsellino, rende la cosa ancora più grave. Abbandoniamo l’aula per qualche minuto perché siamo indignati e ricordiamo anche che quest’aula è intitolata a Giancarlo Siani. Uscendo, diciamo da che parte sta il Movimento Cinque Stelle e non è certo la parte della camorra“.

Non si è fatta attendere la replica dello stesso Graziano. “Di fronte a quanto accaduto oggi in aula non posso non ribadire che nel nostro Paese si è innocenti fino al terzo grado di giudizio – ha detto il consigliere Pd – Non posso non sottolineare che ricevere un avviso di garanzia non può essere equiparato ad una sentenza di condanna o ad un attestato di colpevolezza ma è, appunto, uno strumento posto a tutela dell’indagato durante la delicata fase delle indagini”. E rispetto alle contestazioni del M5s ha commentato: “E’ una polemica strumentale perché già nelle scorse settimane ho partecipato a sedute di commissioni. Ringrazio i colleghi che hanno preso la parola come segno di solidarietà nei miei confronti e contro i processi mediatici“.

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