Sesso & Volentieri

Escortdeck, il motore di ricerca delle escort che indigna le femministe inglesi. I creatori: “Non prendiamo soldi, non siamo magnaccia”

Tra l’ottobre e il novembre 2015 va online www.escortdeck.com, una pagina web che fa da guida dettagliatissima per chiunque voglia passare serate o giornate in compagnia di una prostituta di lusso. “Erano anni che volevamo creare un motore di ricerca, o aggregare dei dati, su un campo specifico in rete"

di Davide Turrini

Altro che Brexit. Gli inventori del popolare sito web di ricerca della “escort perfetta” in Gran Bretagna non provengono da Notting Hill o dalle casette vip di Chelsea, ma dall’Italia. I classici cervelli in fuga, quattro italiani più un sudafricano, informatici di professione, vivono a Londra chi da oltre dieci anni, chi da nemmeno un paio. Un bel giorno del 2015 chiacchierando al pub, tra millennials inglesi, francesi, tedeschi e spagnoli, roba che nemmeno nelle barzellette anni ottanta, pensano che manchi un motore di ricerca per selezionare accuratamente, dettaglio per dettaglio, dal colore dei capelli alla categoria di prezzo, le escort dalla Cornovaglia all’estremo nord della Scozia. Detto, fatto. Tra l’ottobre e il novembre 2015 va online www.escortdeck.com, una pagina web che fa da guida dettagliatissima per chiunque voglia passare serate o giornate in compagnia di una prostituta di lusso. “Erano anni che volevamo creare un motore di ricerca, o aggregare dei dati, su un campo specifico in rete. Poi una sera mentre discutevamo di un servizio della BBC sui sindacati delle prostitute a Londra, abbiamo cominciato a verificare online cosa offrisse questo mercato. Abbiamo trovato dati “sporchi”, tanti siti piccoli e frammentati, e subito abbiamo voluto fare pulizia, creando un posto centralizzato, con informazioni immediate e fruibili”, spiega via Skype il team italiano da Londra al FQMagazine. “Attenzione però: non abbiamo contattato nessuna escort o preso accordi con nessuno. Il nostro è un grande motore di ricerca: scansioniamo siti determinati, prendiamo dati già pubblici online, come le escort che pubblicano loro profili per farsi pubblicità, li organizziamo e li ristrutturiamo in maniera che possano essere serviti in modo ordinato e rapido. E’ lo stesso processo di Google”.

Escortdeck parte pianino, si fa “riconoscere” gradualmente online, poi arrivano l’articolo del Mirror e le polemiche. L’inventore di questo sito web è “un magnaccia” e pubblicizza “sesso sordido”, tuona un’associazione femminista inglese. “Nulla di più fasullo. Noi non prendiamo percentuali sui servizi fatti e non siamo dei magnaccia”, spiegano gli inventori. “Per il momento l’unica forma di pubblicità sul nostro sito è in quei banner che si vedono in fondo alle pagine di ricerca, non possiamo mettere Adsense perché Google non permette Adsense in contenuti adult, inseriti tramite una normale piattaforma pubblicitaria adult. I banner occupano una posizione secondaria e non sono invasivi per una nostra scelta di utilizzazione del prodotto, e quindi non forniscono un guadagno sostanziale, anche se comunque ci permettono di coprire le spese di gestione del sito”. Passione e determinazione, coraggio e applicazione del proprio sapere informatico potrebbero dare ancor più frutti a breve quando il marchio ED si sarà consolidato maggiormente online. Intanto bastano i feedback di clienti entusiasti su Twitter, come di un escort e una escort che, colpiti dell’invenzione di EscortDeck.com, hanno aperto un blog direttamente sul sito. “Chi consulta e usufruisce del nostro servizio oramai sa che non incontrerà dei “fake” sia perchè facciamo un’analisi dell’affidabilità dei siti che aggreghiamo, sia perché riceviamo e lavoriamo sui feedback degli utenti, Non dimentichiamo poi che anche molte escort apprezzano il nostro sito web perché garantiamo loro livelli di sicurezza da cui possono trarre vantaggio, e in qualche modo diamo la possibilità di creare una sorta di  “de-criminalizzazione” di un settore e una professione che ambiscono a questo da tempo”.

Pochissimi i casi di uomini escort caricati sul sito, escluso il mondo gay che richiederebbe un approfondimento e un’analisi ancor più grande e prolungata nel tempo: perché gli italiani che organizzano il mondo escort per gli inglesi fanno questo come lavoro part-time, nei weekend, la sera, eliminando uscite con gli amici, e concentrandosi su qualche dato da raffinare ulteriormente. “Per ora l’effetto Brexit sull’andamento ‘aziendale’ non l’abbiamo sentito. Pensiamo sia prematuro parlarne. Nessuno qui ha capito bene cosa succederà nel futuro. Poi noi siamo un’azienda che paga le tasse in Inghilterra, non dovremmo avere chissà quali problemi”. Solo che agli under 40 che hanno organizzato online le escort a seconda se preferiscono il fetish, sono rosse di…capelli, o sono già mature per esser milf, un po’ d’Italia manca sempre: “Il clima e il cibo sono ciò che ci manca di più.  C’è comunque stato un boom incredibile di italiani venuti a vivere a Londra nel periodo della crisi. Oggi i costi per vivere qui sono aumentati molto. Diciamo che tutta questa gente sia italiana che da altri paesi d’Europa e del mondo può essere diventato difficile da gestire, ma dall’altro lato Londra funziona alla grande proprio perché c’è questo mix di culture e identità che la compongono e la fanno vivere”. All’orizzonte anche una possibile affermazione in altri paesi che vedono il sesso a pagamento senza i paraocchi all’italiana (“qui dei sindacati delle prostitute ne parla in un servizio la BBC, in Italia la Rai non lo farebbe mai”), ma soprattutto un piccolo regalo che ci si potrà permettere una volta che da Escortdeck.com si cominceranno a ricavare qualche sterlina in più. “Noi non abbiamo mai ‘testato’ il servizio che pubblicizziamo. Per ora non ce lo possiamo permettere, costa davvero troppo”.

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