Le donne? Gallinelle e cagne. Nei giorni scorsi, sul blog Pasionaria.it è stato denunciato il linguaggio di The Morning Show in diretta su Radio Globo, tutti i giorni. L’emittente trasmette a Roma e nelle province di Latina, Rieti e Viterbo. Durante le puntate andate in onda dall’8 al 15 luglio, i conduttori Massimo Vari, Roberto Marchetti e Federico De La Vallée hanno adoperato un linguaggio denigratorio e sessista nei confronti delle donne.
Lo spunto è stata la nomina di cinque assessore nella giunta Raggi che ha scatenato nelle loro menti un tremendo rovello: la scelta di un numero di donne pari a quello di uomini è dipeso dalle quote rosa? Devono essersi sentiti perdutamente soli contro tutte quelle donne in fascia tricolore, tant’è che hanno cominciato a sciorinare baggianate sulla condizione lavorativa delle donne e sulla disparità dei salari, confutando ricerche statistiche con battute sessiste e altre uscite di cattivo gusto e prive di humor. Se i conduttori esibissero il loro ammuffito maschilismo nell’angolino di qualche bar, qualche anima pia gli potrebbe concedere l’alibi di aver bevuto qualche bicchiere di troppo ma costoro purtroppo hanno tra le mani un microfono e una radio e banalizzano il sessismo nascondendolo dietro la solita scusa: è “satira” (sempre così: se non è ironia, è satira). Nulla più distante dalle loro parole. La satira richiede intelligenza come l’ironia.
C’è andata di mezzo un’ascoltatrice, Barbara, intervenuta in diretta per replicare alla dabbenaggine con la quale era stato affrontato l’argomento delle quote rosa (a partire dal minuto 25:25 della puntata dell’8 luglio), è stata derisa per tutta la telefonata: ‘complessata‘, ‘va a morì ammazzata’, ‘torna in cucina’, ‘facci parlare con tuo marito’, come non bastasse è stata esposta anche agli insulti di ascoltatori scaricati da WhatsApp, senza alcun filtro: ‘Barbara chissà te quante ne conosci di posizioni’, ‘Barbara, schiava, zitta e chiava’ e anche ‘A Barbara te manca la vitamina c…’. ‘Barbara che rottura de coglioni’. E le risatine a corredo di questi interventi hanno aggravato il livello della comunicazione perché hanno fatto passare per scherzo ciò che è violenza verbale. Questi tizi che pretendono di fare satira in radio, quando sono criticati però, si rivelano permalosissimi. Ilaria Nassa, che aveva scritto una lettera di protesta contro il loro programma suscitando l’indignazione sul web con il lancio dell’hashtag #BoicottaRadioGlobo, è stata denigrata e derisa con una pantomima propinata di frequente nelle puntate (in particolare al minuto 80 della puntata del 12 luglio): viene ripetuto il ritornello ‘croccantini, croccantini’ e viene agitata una scatola, come a darle della ‘cagna’.
La protesta di Pasionaria.it è stata accolta da Telefono Rosa che ha denunciato l’accaduto anche alla presidente della Camera, Laura Boldrini e alla vice presidente del Senato, Valeria Fedeli e si è appellato all’Agcom – Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, all’Ordine Nazionale dei Giornalisti e all’Unar, Ufficio Nazionale Anti Discriminazione della Presidenza del Consiglio affinché vengano fatti approfondimenti sui contenuti delle puntate. In un duro comunicato, Telefono Rosa si è detto sbigottito anche per il fatto che l’editrice della radio sia una donna e ha domandato ‘se non sia venuto in mente alla editrice, al direttore artistico e ai suoi conduttori, quanto questo linguaggio possa essere dannoso per giovanissimi uomini e giovanissime donne che ascoltano perché è proprio questa subcultura del sessismo e della barbarie linguistica verso le donne che la violenza cresce, sguazza, si manifesta’. Ieri la vicepresidente del Senato Fedeli ha commentato che, nel Morning Show, ‘a proposito della realtà della condizione femminile siano state dette solo bugie e che i conduttori non hanno accortezza dell’argomento, né della forza delle parole che hanno la responsabilità di adoperare e si è rivolta all’editrice della radio: ‘Mi auguro che rifletta su quanto sia negativo l’esempio del programma’.
Troppe volte, ci si domanda a che serve ratificare trattati internazionali, come per esempio la Convenzione di Istanbul, se restano lettera morta. Tra le direttive per prevenire la violenza contro le donne, l’articolo 17 riconosce l’influenza del linguaggio e delle immagini nella società e nella cultura. Per questo raccomanda: «Le Parti incoraggiano il settore privato, il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e i mass media, nel rispetto della loro indipendenza e libertà di espressione, a partecipare all’elaborazione e all’attuazione di politiche e alla definizione di linee guida e di norme di autoregolazione per prevenire la violenza contro le donne e rafforzare il rispetto della loro dignità».
Dopo giorni di polemiche i conduttori hanno manifestato un certo nervosismo perché hanno cominciato a fare minacce di querela. Hanno rivolto ridicole accuse alle donne di Pasionaria.it che avrebbero “cavalcato la vicenda” e hanno ripetuto il solito insulto “cagne”. La giustificazione dietro la quale si sono malamente riparati è che loro non sono giornalisti (per fortuna), fanno intrattenimento e che quelle frasi andavano contestualizzate. Allora lascino questi argomenti a chi li affronta con competenza e facendo un’informazione corretta. Naturalmente ci sono state anche invettive contro le femministe che “hanno rotto i coglioni” e che “andrebbero rase al suolo”: pare che i conduttori, nonostante la loro età (son grandicelli), abbiano ancora tanta paura delle streghe cattive. E’ un vero peccato che non temano altrettanto l’idiozia, la volgarità e la violenza.
@nadiesdaa
Foto tratta dalla pagina Facebook di Radio Globo