Un ragazzo albanese di 28 anni è stato arrestato dopo essere stato fermato dalla polizia sabato 16 luglio, in un parco pubblico di Ravenna. In mano una pistola calibro 38, quattro colpi in canna e due già esplosi, risultata rubata. Sotto la sella dello scooter parcheggiato in garage aveva invece una mannaia e dei proiettili, molti dei quali, 33 in tutto, trovati anche in casa. Sui muri della sua stanza alcune scritte riferite all’Islam e ad Allah. Fortion Llusha era stato visto camminare con l’arma in pugno e parlare da solo, in stato di agitazione in via Vulcano, non lontano dal tribunale, intorno alle 23. Poco dopo, all’arrivo delle volanti della Polizia chiamate da un testimone, l’uomo ha gettato la pistola e cercato invano di nascondersi tra le auto in sosta.
Il 28enne, muratore incensurato e da diverso tempo in Italia, al sostituto procuratore Cristina D’Aniello e al Gip Antonella Guidomei ha raccontato di essere uscito di casa per andare nel parco lì vicino e sfogarsi sparando due colpi in aria (che effettivamente risultavano esplosi). Non ha spiegato tuttavia da chi abbia comprato la pistola, il cui furto era stato regolarmente denunciato nel riminese ad aprile 2016: e così oltre al reato di detenzione illecita dell’arma, Llusha risponde anche di ricettazione. Il giovane – difeso dall’avvocato Alessandro Cristofori – nell’interrogatorio ha poi spiegato di avere vergato quelle scritte inneggianti all’Islam sui muri della sua camera guidato da “uno spirito”. Per il giudice tuttavia non ci sono prove che l’uomo abbia problemi psichici e ha disposto il carcere (pur non convalidando l’arresto) per il rischio di reiterazione del reato.
Intanto copia delle carte dell’inchiesta finirà sul tavolo del procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini, coordinatore dei pm che si occupano di terrorismo in Emilia Romagna. Gli inquirenti bolognesi vorranno infatti capire se l’uomo fosse entrato in un qualche processo di radicalizzazione religiosa o meno. Dalle prime ricostruzioni pare che il 28enne frequentasse una delle moschee della città romagnola e non risulta essere stato mai segnalato come un “estremista”. Sembra tuttavia che nell’ultimo periodo alcuni amici gli avessero consigliato, per superare un momento difficile che stava vivendo a livello personale, di leggere il Corano.
Ad ogni modo l’attenzione degli investigatori antiterrorismo sulla città è massima, anche perché Ravenna in passato era finita agli onori delle cronache per avere ospitato diversi foreign fighter poi finiti in Medio Oriente a combattere tra le file dell’Isis.