La messa in onda del poema ha fatto infuriare il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, che ha richiamato per "chiarimenti" il direttore dell'emittente, il comandante Yaron Dekel. "Devono essere impazziti", ha commentato la ministra della cultura Miri Regev. "La libertà accademica e l'apertura ci danno l'obbligo di dare ascoltatori l'accesso a una ricchezza di idee", la replica
“Scrivi! / Sono arabo / carta d’identità numero cinquantamila / ho otto figli /e il nono arriverà… dopo l’estate. /Ti arrabbi?”. Sono alcuni dei versi della poesia Carta d’identità di Mahmoud Darwish, andata in onda mercoledì all’interno del programma culturale d’approfondimento “Univeristy on Air” della radio militare israeliana. La messa in onda del poema ha fatto infuriare il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, che ha richiamato per “chiarimenti” il direttore dell’emittente, il comandante Yaron Dekel, mentre la ministra della cultura Miri Regev ha affermato che “la radio militare deve essere impazzita”.
Il giornale panarabo Al Hayat riporta una dichiarazione in cui Lieberman liquida il poeta palestinese come qualcuno che “ha scritto testi contro il sionismo che sono usati per incoraggiare atti terroristici contro Israele”. “La libertà accademica e l’apertura ci danno l’obbligo di dare ascoltatori l’accesso a una ricchezza di idee”, la risposta della radio dell’esercito. L’attacco alla radio pare non casuale perché coincide con l’iniziativa decisa dal premier Benyamin Netanyahu nella veste di ministro delle Trasmissioni: il rinvio di due anni dell’avvio di un Ente statale per le trasmissioni radio-televisive (‘Hataagid’) e una revisione limitativa del funzionamento della emittente televisiva della Knesset (parlamento), che finora aveva beneficiato di notevole indipendenza.
Mahmoud Darwish è stato uno dei massimi poeti arabi contemporanei. Nato nel 1941 nel villaggio di al-Birwa, distrutto e non più presente nelle carte, ha prodotto una ventina di raccolte poetiche che trattano della causa palestinese e araba. La sua attività poetica si è presto affiancata a quella di giornalista e politico. Solo nel 1996, dopo 26 anni di esilio, grazie a un permesso ha potuto far visita ai suoi famigliari in Israele. Morì a Houston nel 2008 e fu la prima persona, dopo Arafat, alla quale furono concessi i funerali di stato.
Per la sua importanza, nel 2000 l’ex ministro dell’istruzione israeliano, Yossi Sarid, propose di che l’opera di Darwish fosse studiata nelle scuole del Paese, ma l’iniziativa non trovò consenso dell’allora primo ministro Ehud Barak che prese le distanze da Sarid.
Il quotidiano Haaretz ricorda che i “poemi di Darwish sono materia di insegnamento in alcune scuole israeliane di lingua araba all’interno del curriculum di letteratura“. Iris Maimon, insegnante interpellata dal quotidiano, ha fatto presente che “ci sono pochissimi insegnanti, me inclusa, che insegnano Darwish e ho notato che gli alunni apprezzano moltissimo. Per quanto mi riguarda, credo che non si possa insegnare arabo in Israele senza insegnare Mahmud Darwish”.