Addio al termovalorizzatore di Livorno? Il “sogno” grillino potrebbe diventare realtà, ma solo dopo il 2021: nel nuovo piano industriale di Aamps, la municipalizzata dei rifiuti, si prevede infatti che a quella data il termovalorizzatore resti ancora in funzione. Il sindaco Filippo Nogarin sognava di chiudere l’impianto entro il 2019 (“spegneremo le due linee dell’inceneritore pochi giorni prima della fine del mandato” dichiarò lo scorso 26 ottobre a Il Tirreno) ma per raggiungere l’obiettivo dovrà aspettare di più: “Ci vorrà tempo, ma questo è il nostro obiettivo” conferma ora su Facebook. Tra le opposizioni c’è però già chi ironizza: “Incenerimento spinto”. Il piano prevede anche l’estensione della raccolta rifiuti porta a porta in tutta la città, 56 nuove assunzioni, investimenti per 7,5 milioni di euro e la nomina di un direttore generale. Nei giorni scorsi il tribunale ha ammesso Aamps al concordato preventivo: tutto ora dipenderà all’adunanza dei creditori che a partire dal prossimo 16 novembre dovranno decidere se accettare o meno la proposta del Comune.
Spegnere il termovalorizzatore? “Inizieremo a studiare un progetto nel 2018” – Il piano industriale è stato presentato in conferenza stampa nella sede di Aamps, alla presenza del cda (Federico Castelnuovo, Paola Petrone e Massimiliano Tolone) e dell’assessore al bilancio Gianni Lemmetti. “A partire dal 2018 – ha affermato Petrone – inizieremo a valutare progettualmente come arrivare alla chiusura del termovalorizzatore: in questo piano di 5 anni non è possibile, per una questione economica“. L’attività dell’impianto garantisce infatti ogni anno circa 8 milioni di euro di ricavi.
Nogarin: “Prima risanare l’azienda” – Il sindaco guarda al 2021: “Oggi l’inceneritore – scrive su Facebook – brucia 78mila tonnellate di rifiuti l’anno: 53mila vengono da Livorno, le altre dal resto della Toscana. Nel 2021 la percentuale verrà ribaltata. A quel punto stileremo un nuovo piano industriale a rifiuti zero e l’inceneritore diventerà inutile. Per farlo però serve un’azienda sana. Ci vorrà tempo, ma questo è il nostro obiettivo”. Fino al 2021 il termovalorizzatore verrà perciò sfruttato a pieno regime (78mila tonnellate annue di Rui, rifiuti urbani indifferenziati): i Rui raccolti a Livorno – si legge a pagina 14 del piano – passeranno dalle attuali 49.600 a 25mila tonnellate all’anno, ma quelli in arrivo da “terzi, Ato, Regione” saliranno a 53mila.
L’opposizione: “Incenerimento spinto” e “presa in giro” – L’ex grillino Marco Valiani, ora consigliere comunale d’opposizione (“Livorno bene comune”), parla ironicamente di “incenerimento spinto”: “Più rifiuti per tutti, anche da fuori Livorno”. L’ex consigliere comunale dipietrista Andrea Romano (ora esponente di “Resistere azione civica”) parla di “presa in giro”, e attacca: “Mentre è in corso una guerra legale contro Ato per lasciare Aamps e il suo impianto fuori dal gestore unico, il piano industriale prevede un accordo con gli stessi soggetti per raddoppiare nei prossimi anni l’uso che RetiAmbiente (consorzio interprovinciale dei rifiuti, ndr) farà del nostro inceneritore”.
Porta a porta esteso a tutta la città, 56 assunzioni e un nuovo dg – Il piano punta all’estensione della raccolta rifiuti porta a porta (al momento la raccolta differenziata si attesta al 46%) in tutta Livorno. “Entro il 2017 – chiarisce Petrone – coprirà tutta la città e a tal scopo verranno effettuate 56 assunzioni”. La forza lavoro totale (adesso i dipendenti sono 294), considerando i prepensionamenti, salirà entro il 2021 di 26 unità. Auspicata inoltre la nomina di un direttore generale. Ancora non è chiaro se l’incarico sarà rivestito da un membro del cda: “E’ una valutazione ancora tutta da fare”, chiarisce Castelnuovo. Lemmetti ha inoltre evidenziato che “dal 2019 al 2021 si abbasserà anche il costo medio pro-capite della Tari: da 212 a 186 euro”.
Ingresso in RetiAmbiente? Il Comune ribadisce il no: “Ma disposti a un confronto” – L’assessore ribadisce l’indisponibilità di Aamps a entrare in RetiAmbiente anche se lascia aperto uno spiraglio: “Disposti a dialogare con RetiAmbiente e Ato: si devono però rendere conto che il modello di gestione in house permette performance migliori di quelle previste con l’ingresso di un socio privato”. RetiAmbiente 100% pubblica? Lemmetti si limita a evidenziare: “Aamps al 2021 sarà completamente risanata e il costo del servizio passerà da 31 a 27 milioni di euro. Se fossi il direttore generale di Ato Costa (Franco Borchi, ndr) bloccherei la gara. Serve un piano di ambito che contenga le best practices adottate per risanare Aamps”.