Mentre il governo fatica a portare a termine l’annunciata missione di tagliare il numero di partecipate pubbliche, l’annuale rapporto dell’area studi di Mediobanca sulle società di Regioni, Province e Comuni mette in luce il buco nero del trasporto pubblico locale ma anche le “sorprendenti perdite” registrate in altri settori. In tutto, il rosso accumulato tra 2010 e 2014 dagli enti locali soci di casinò, centrali del latte, fiere, aziende informatiche, società di riscossione dei tributi eccetera ammonta a 200 milioni di euro.
Lo studio di Piazzetta Cuccia ha analizzato le performance delle 86 maggiori società partecipate dai principali enti locali. Il loro fatturato dal 2010 è aumentato solo del 2,1%, contro il +7,1% dell’industria: nel 2014 hanno registrato ricavi per 32,3 miliardi di euro. Nel complesso, va detto, tra il 2010 e il 2014 hanno però cumulato utili per 2,1 miliardi. Peccato che il trasporto locale abbia assorbito nel frattempo 17,6 miliardi di euro di soldi pubblici e registrato perdite nette per 1,46 miliardi di euro. Nel solo 2014 Tpl e igiene urbana sono costati alla collettività 5 miliardi, mentre le altre attività hanno generato ricchezza per 1,8 miliardi.
La romana Atac, in particolare, dal 2010 al 2014 ha registrato perdite cumulate per oltre un miliardo di euro, mentre la napoletana Eav ha perso 369 milioni. Secondo lo studio, il trasporto pubblico locale sembra essere penalizzato anche dalla fiscalità, che raggiunge il 66,4% contro il 45,3% della media del campione delle società partecipate dagli enti locali.
Allargando lo sguardo a tutte le tipologie, le partecipate pubbliche hanno debiti per 39,4 miliardi di euro (il 48% di quelli degli enti locali), di cui 7 miliardi verso la pubblica amministrazione (18% del totale). Se avessero rimborsato i propri debiti, le società avrebbero avuto minori interessi passivi per 560 milioni all’anno. I crediti verso gli enti pubblici, invece, sono pari a 8,5 miliardi, per un credito netto pari a 1,5 miliardi.
Il rapporta dà poi conto di 1.914 nomine effettuate dagli enti locali nelle società partecipate, di cui 869 in posizioni di vertice, per un monte compensi complessivo, senza gettoni di presenza o incentivi, di 33,5 milioni di euro fra il 2014 e il 2015. Del monte compensi complessivo (33,5 milioni) 25,9 milioni sono destinati alle figure al vertice. Le Regioni pagano mediamente stipendi più elevati: il 47% in più rispetto alle Province e il 24% in più dei Comuni. Ma tra il 2010 e il 2015 gli Enti locali hanno ridotto le proprie nomine del 35%, con il taglio maggiore da parte delle Province (-46%).