Proprio nei giorni in cui in sala c’è l’ultimo episodio di Star Trek, la Nasa diffonde una notizia che farà felice i fan dell’Enterprise. Il sistema solare da cui proviene il signor Spock esiste davvero. Non è ancora chiaro se al suo interno esista anche un pianeta abitabile come Vulcano, da dove proviene il famoso personaggio con le orecchie a punta, ma di sicuro esiste il sistema stellare 40 Eridiani, formato da tre Soli che orbitano tra di loro, proprio come nella saga di fantascienza.
L’Agenzia spaziale americana ha diffuso un’animazione interattiva, realizzata dai suoi ricercatori, in cui si mostra la complessa “danza” attraverso cui interagiscono le gravità dei tre astri. Nella ricostruzione si vedono tre stelle, la più grande e luminosa Eridiani A, una stella nana, e le due più piccole Eridiani B (una nana bianca) e Eridiani C (una nana rossa), molto vicine tra di loro e in rotazione attorno a un asse comune. Tutte sono comunque più piccole del nostro Sole.
Planet Vulcan from Star Trek may not be a real, but the star system it belongs to is: https://t.co/E6FghBeB3A pic.twitter.com/2vqSHUotRp
— NASA (@NASA) 24 luglio 2016
La luce di Eridiani A è visibile anche a occhio nudo, l’intero sistema si trova infatti a “soli” 16,5 anni luce dalla Terra. Se un pianeta come Vulcano esistesse davvero, sarebbe sulla sua orbita. Nell’elaborazione computerizzata, in cui si possono anche modificare i punti di vista e compararli al nostro, la Nasa si diverte a immaginare quale sarebbe l’orbita del pianeta dei Vulcaniani, la cui idea in Star Trek era molto probabilmente stata ispirata da un sistema stellare triplo simile, noto come Keid.
Tuttavia non disponiamo ancora delle tecnologie necessarie a verificare l’esistenza di pianeti intorno a questo tipo di stelle. La nostra capacità di osservare i meandri del cosmo dovrebbe però essere rivoluzionata nei prossimi anni con il lancio dei telescopi Plato dell’Agenzia Spaziale Europea e Tess dalla Nasa e con l’ultimazione del MeerKAT, un super radiotelescopio da oltre 17mila metri quadrati in costruzione in Sudafrica, che sarà in grado di fotografare 1.300 galassie in una porzione di cielo in cui oggi ne sono note solamente 70.