Il vulcanico patron dell'azienda californiana traccia le linee per il futuro: perfezionamento delle self driving car (dopo l'incidente mortale costato la vita a Joshua Brown), copertura di nuovi segmenti, servizi di mobilità e creazione di energia prodotta dal sole. Investimenti fino a 6 miliardi di dollari, secondo gli analisti
Si chiama “Master Plan, Part Deux” la seconda parte del piano industriale a lungo termine di Tesla. Dopo essere finito sul banco degli imputati per la morte di Joshua Brown – deceduto a causa di un errore del sistema Autopilot della sua Tesla Model S – Elon Musk gioca in contropiede: il geniale imprenditore ha infatti pubblicato un post sul blog ufficiale del costruttore anticipando il futuro della sua azienda. Sono quattro le colonne portanti dell’atto secondo del Master Plan: modelli inediti destinati a coprire segmenti di mercato attualmente sconosciuti a Tesla, energia pulita sostenibile, guida autonoma più sicura che mai e flotte di auto elettriche ad uso pubblico e privato come opportunità di guadagno per i proprietari.
Accanto alle attuale Model S, X e 3, arriveranno anche un nuovo Suv di segmento D (quello di auto come BMW X3 o Mercedes GLC) ed un ancor più interessante pick-up, entrambi ad emissioni zero ovviamente. Tuttavia la vera novità è che Tesla si impegnerà anche nella costruzione di camion e autobus a elettroni ideati “per ridurre sostanzialmente il costo del trasporto merci”: sono ancora nella fase iniziale del loro sviluppo ma dovrebbero essere presentati già nel corso del 2017, conferendo l’impronta green della tecnologia Tesla anche a mezzi ideati per il lavoro e per il trasporto pubblico. Secondo alcuni dei fornitori automotive più importanti degli Stati Uniti, ognuno di questi veicoli potrebbe avere costi di sviluppo, componentistica e produzione compresi fra 500 e 750 milioni di dollari.
Quasi superfluo ricordare che i suddetti mezzi implementeranno gradualmente le funzionalità di guida autonoma: all’indomani della bufera sull’Autopilot, Musk tiene stretti timone e rotta, affermando che questa tecnologia è destinata ad evolvere molto velocemente e presto sarà “dieci volte più sicura della guida manuale”, grazie alle migliorie che progressivamente verranno apportate al software mediante le funzionalità di autoapprendimento delle auto by Tesla. Nel frattempo però Musk si toglie qualche sassolino dalla scarpa, tornando indirettamente sull’incidente occorso a Brown: “Quando il sistema viene usato correttamente, è già significativamente più sicuro di una persona che guida da sola. Posticiparne il lancio sarebbe stato moralmente riprovevole”. Fra qualche anno i proprietari potranno addirittura farsi venire a prendere dalla propria vettura al lavoro, come al cinema o allo stadio – proprio come faceva Michael Knight con KITT – e una volta a bordo “potranno dormire, leggere o fare qualsiasi altra cosa”.
Inoltre Musk proietta Tesla nel campo dei servizi di mobilità, in compagnia di altri colossi come VW, GM o Ford; ma anche in questo caso l’approccio del geniaccio sudafricano è fuori dagli schemi: in pratica i futuri proprietari di Tesla avranno la possibilità di noleggiare le loro auto quando non la usano, condividendole con altri utenti. L’obiettivo è quello di far “guadagnare i proprietari, abbattendo i costi di esercizio fino a quando tutti potranno permettersene una”. Inoltre, scrive Musk, “nelle città in cui la domanda di mobilità eccede la disponibilità delle vetture di proprietà, Tesla opererà attraverso una sua flotta, garantendo che chiunque possa richiedere una corsa, ovunque si trovi”.
Secondo gli analisti le suddette strategie operative avranno un costo complessivo compreso fra 2 e 3 miliardi di dollari, cui vanno aggiunti altri 2.8 miliardi di dollari per l’acquisizione di SolarCity, di cui Musk è già presidente e principale azionista: quest’ultimo è il principale produttore di pannelli solari degli USA, in passivo per decine di milioni di dollari. Tuttavia secondo Musk questo matrimonio sarà fondamentale per concretizzare la sua idea di rifornire le Tesla con energia pulita sostenibile prodotta tramite il sole – stoccata dentro le batterie domestiche Powerwall, anch’esse fondamentali per la mobilità ad impatto zero – e del tutto indipendente dalla rete energetica pubblica. Nel frattempo Musk si prepara ad inaugurare la Gigafactory (Reno, Nevada), la fabbrica di batterie agli ioni di litio che promette di dare un impulso decisivo alla auspicata capacità produttiva di Tesla, quantificata in mezzo milione di vetture l’anno a partire dal 2018.