Doppio colpo per Vincent Bolloré. A una manciata di ore dall’annuncio che Vivendi non rispetterà i patti con Mediaset, Telecom Italia svela un accordo con Fastweb da 1,2 miliardi per lo sviluppo della rete in fibra in 29 città italiane. “Non hanno voluto fare l’accordo con Metroweb – ha commentato il consigliere Telecom Tarak Ben Ammar, uomo di fiducia di Bolloré – Abbiamo fatto un’intesa con Fastweb. Vincono i più bravi”. Il messaggio al governo Renzi è insomma chiaro: se Telecom non può avere il 100% di Metroweb, allora sarà guerra aperta fra l’ex monopolista, controllato dalla Vivendi di Bolloré, e Enel Open Fiber, la società dell’Enel che ha stretto un asse di ferro con Wind e Vodafone per portare la fibra nelle case degli italiani.
Ma in che cosa consiste esattamente l’accordo fra Telecom e Fastweb? “La partnership prevede la costituzione di una società congiunta con l’80% del capitale detenuto da Tim e il 20% da Fastweb”, spiega una nota diffusa dall’ex monopolista delle telecomunicazioni. “Il piano industriale della nuova società prevede di collegare entro il 2020 circa tre milioni di abitazioni in Ftth che permetterà velocità di collegamento fino a 1 Gigabit al secondo”, prosegue la nota di Telecom.
L’intesa non si ferma a questo: nei prossimi 18 mesi Tim acquisterà da Fastweb le infrastrutture con tecnologia Ftth che consentiranno di collegare alla rete Tim circa 650mila unità immobiliari in sei città “con un anno di anticipo rispetto al piano industriale”. L’alleanza ha insomma tutta la volontà di “realizzare in tempi più rapidi l’infrastruttura ad altissima generazione ad altissima velocità, consentendo al tempo stesso sinergie di investimenti” con Fastweb che è rimasta fuori dall’alleanza con l’Enel e perderà ben presto anche Metroweb su cui finora ha avuto una notevole influenza.
L’alleanza fra Telecom e Fastweb era del resto nell’aria: la società controllata da Swisscom ha infatti di recente perso la gara per gli asset che Wind e 3 non potranno conservare dopo le nozze. Le antenne sono infatti andate all’imprenditore Xavier Niel, proprietario della società di telecomunicazioni Iliad. Con la benedizione della Commissione europea che auspica la creazione di un quarto operatore della telefonia in Italia. Non solo: finora Fastweb ha giocato un ruolo importante nella partita per il controllo per Metroweb per via di un diritto di veto (fino a marzo 2017) per eventuali modifiche dell’azionariato. Tuttavia quando il governo Renzi ha spinto il progetto Enel Open Fiber, Fastweb ha deciso di non bloccare l’operazione. Probabilmente anche per evitare di creare un contesto politico ostile allo sviluppo dei nuovi progetti del gruppo che, alla fine, ha trovato in Bolloré e Telecom i suoi alleati naturali.
A questo punto, bisognerà vedere chi riuscirà davvero a sviluppare la rete e catturare il maggior numero di clienti sfruttando anche i fondi pubblici per le aree a fallimento di mercato già stanziati attraverso il Cipe. Dal canto suo, l’Enel ha il sostegno del governo che spinge per una rete pubblica a servizio di tutti gli operatori per creare una maggiore concorrenza a vantaggio dei cittadini. Telecom invece conta su una forte competenza tecnologica ma dovrà fare i conti con una pesante ristrutturazione che passa anche per il taglio dei costi immaginati dall’ad Flavio Cattaneo. La sfida è senza dubbio non banale. Ma per ora, Telecom parte appesantita da un debito enorme con ricavi che continuano a scendere (- 9,9% nel primo semestre 2016) sia pure con margini in miglioramento (+2,4%). Di certo l’azienda ha ancora le sue carte da giocare. Tanto più che il suo azionista più importante, Bolloré, gioca su più tavoli tenendo con il fiato sospeso anche Mediaset e la famiglia Berlusconi che fino a ieri pensava di aver trovato nel finanziere bretone un prezioso alleato per lo sviluppo del Biscione in Europa.