“Il tribunale di Roma, in questo momento, gestisce un patrimonio enorme. Siamo sui 1100 immobili in sequestro e 300 aziende attive sul mercato. Un patrimonio di un miliardo e mezzo, due miliardi”. Così il presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Roma, Guglielmo Muntoni, oggi negli uffici della presidenza del tribunale di Roma dove è stato siglato il nuovo protocollo per la gestione dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose nel Lazio. Il documento, già sottoscritto due anni fa da un numero ristretto di soggetti, è stato oggi allargato a 18 organizzazioni. Alla firma del protocollo hanno partecipato, tra gli altri: il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il sindaco di Virginia Raggi. “La nostra prima preoccupazione è quella di mantenere tutte le aziende che sequestriamo attive, mantenendo i posti di lavoro e le attività commerciali. L’altro scopo è quello di assegnare gli immobili, se liberi – continua Muntoni -, e destinarli ai comuni in cui si trovano per uso pubblico”. Il procuratore Pignatone si è appellato alla stampa affinché si evidenzino gli sforzi degli attori impegnati nel contrasto alla criminalità organizzata e non solo i malfunzionamenti della giustizia. “Quando, dopo un sequestro, una azienda sequestrata ricomincia a lavorare non è uno scandalo perché tutto continua come prima e dietro c’è un mafioso come prima – ha detto Pignatone – è un esempio virtuoso di una società e di uno Stato che funziona e che rimette in moto delle realtà produttiva, riportandole alla piena legalità, evitando licenziamenti e perdite di ricchezza complessiva”. Il presidente Zingaretti si è impegnato a dare concretezza al protocollo con un bando dal valore di 750mila euro e un meccanismo di premialità per chi decide di prendere in gestione o riconvertire beni confiscati alla mafia