Il tycoon ha bollato come "inverosimili" e "ridicole" le accuse che la Russia stia tentando di favorirlo nelle presidenziali. E ha aggiunto: "Se sono stati i russi a guidare gli hacker, spero che abbiano le 33mila mail della candidata democratica"
“Russia, se siete in ascolto, spero che voi possiate ritrovare le 30mila mail sparite della Clinton“. Donald Trump, candidato repubblicano alla presidenza Usa, gira il coltello nella piaga del Partito democratico, in questi giorni nella bufera dopo il caso del boicottaggio ordito ai danni di Bernie Sanders. Lo stesso presidente Barack Obama ha detto che è possibile che i servizi segreti di Mosca abbiano sabotato le mail del comitato democratico per favorire il candidato repubblicano.
Da parte sua, Trump coglie la palla al balzo per rilanciare sull’altro scandalo legato alla Clinton, quello dell’email-gate. “Se sono stati i russi a guidare gli hacker, probabilmente hanno le sue 33mila mail, spero che le abbiano”, ha detto il candidato repubblicano in una conferenza stampa a Miami. Il tycoon ha bollato come “inverosimili” e “ridicole” le accuse che la Russia stia tentando di favorirlo nelle presidenziali. E sul presidente russo Vladimir Putin ha detto: “Una volta ha detto una cosa carina su di me, ha detto che sono un genio, io ho detto che lo ringraziavo molto ai giornali, e la cosa è finita. Non l’ho mai incontrato”. E allo stesso tempo, strizza l’occhio al leader del Cremlino: “Io tratterei Putin con fermezza, ma non c’è nulla che preferirei fare di più che avere la Russia come amica, al contrario di quello che abbiamo ora, così possiamo sconfiggere insieme lo Stato Islamico con altri Paesi. Putin mi rispetta, spero di piacergli”.
Eppure, a prendere le distanze dalle parole di Trump è il suo stesso vice Mike Pence. “L’Fbi stabilirà chi sta dietro a questa operazione di hacker – ha dichiarato il governatore dell’Indiana – e se sarà la Russia nel tentativo di interferire con le nostre elezioni, io vi posso assicurare che entrambi i partiti e il governo degli Stati Uniti faranno in modo che vi siano gravi conseguenze“.
E anche lo staff di Hillary Clinton ha attaccato Trump: “E’ la prima volta che un candidato alla Casa Bianca ha incoraggiato una potenza straniera a condurre operazioni di spionaggio contro un avversario politico”.