I senatori della Giunta per le Immunità vogliono votare prima della pausa estiva. L’obiettivo del diretto interessato, invece, è spostare il verdetto a settembre, alla ripresa dei lavori delle Camere. In ballo c’è il suo arresto. Il senatore in questione è Antonio Caridi, di Gal, accusato dalla Dda di Reggio Calabria di essere ai vertici di una Cupola della ‘ndrangheta “in grado di pianificare i destini politici ed economici” non solo della regione. La Giunta per le Immunità di Palazzo Madama, come detto, avrebbe voluto pronunciarsi prima dell’estate, ma in un burrascoso ufficio di presidenza di ieri sera non si è raggiunta l’unanimità e la decisione sui tempi di esame è stata rinviata ad oggi.
Caridi, dal canto suo, ha chiesto una proroga almeno fino a dopo l’estate per presentare la sua memoria difensiva. Richiesta che, raccontano partecipanti all’ufficio di presidenza, è stata sostenuta con forza dal capogruppo di Gal, Mario Ferrara, e da alcuni esponenti di FI come Bruno Alicata contro il parere del Pd e di altri dell’opposizione. In queste ore, intanto, sono in procinto di arrivate nuove carte da Reggio: circa 1.800 pagine che rischiano di aggravare il quadro accusatorio del parlamentare.
Un teatrino che ha scatenato la reazione del Movimento 5 Stelle, che “chiede la calendarizzazione urgente in aula e prima della pausa estiva della votazione sulla richiesta di arresto”. L’annuncio direttamente dal blob di Beppe Grillo, dove i parlamentari hanno spiegato anche quale saranno tempie e modi della loro istanza: “Lo faremmo attraverso la capigruppo prevista per le ore 13 e durante l’incontro delle ore 16 previsto tra i parlamentari del M5S, Stefano Lucidi, Alessandro Di Battista e Giulia Sarti ed il Presidente del Senato Piero Grasso”. Non è mancato un attacco diretto al presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Il Bomba si è mai accorto che il suo Governo e la sua riforma costituzionale per un periodo si sono sostenuti anche con i voti del senatore Antonio Stefano Caridi, accusato di associazione mafiosa anche di natura straniera (416 bis cp) nell’ambito dell’indagine sulla ‘cupola segreta’ della ‘ndrangheta scoperta dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria” hanno scritto i grillini.
Ricostruendo la vicenda del senatore di Gal, nel post tra l’altro è sottolineato: “Adesso la Giunta per le autorizzazioni e le immunità parlamentari sta esaminando il suo caso che dovrà essere votato prima in Giunta e poi in Aula – hanno scritto – L’Aula questa volta ha la responsabilità di far venire meno lo scudo dell’immunità concesso come privilegio alla casta. Quella stessa che – è la critica finale dei pentastellati – protegge gli indagati i condannati e i corrotti, sempre più presenti in parlamento e che la riforma della costituzione pensata da Boschi-Bomba e Verdini, con i voti anche di Caridi, vorrebbe estendere a sindaci e consiglieri regionali, quali futuri senatori“.