Dopo i commercialisti anche i chimici dicono no all’utilizzo dei loro contributi per il salvataggio del Monte dei Paschi. “Riteniamo che l’eventuale azione di sostegno richiesta all’Epap (Ente di previdenza e assistenza pluricategoriale, cui sono iscritti geologi, chimici, attuari e dottori agronomi e forestali), tramite l’Adepp (Associazione che riunisce le Casse pensionistiche dei professionisti) per il salvataggio del Monte Paschi di Siena, nell’ambito del Fondo Atlante 2, possa mettere fortemente a rischio i contributi degli iscritti“, è la posizione espressa dalla presidente del Consiglio nazionale dei chimici Nausicaa Orlandi, in merito all’approvazione, il 25 luglio, della delibera dell’Adepp, con la quale gli Enti hanno preso l’impegno di collocare 500 milioni di euro nel piano di salvataggio bancario.
“Non è compito del Consiglio entrare nel merito delle valutazioni tecniche di esclusiva competenza degli organi amministrativi dell’Ente, tuttavia – afferma Orlandi in una nota – ci sentiamo di esprimere indubbia preoccupazione per i chimici iscritti all’Epap”, qualora “i montanti pensionistici possano subire perdite, a causa di un’azione di supporto al sistema bancario italiano, sollecitata dal Governo, ma non rientrante nelle finalità istitutive dell’Ente di previdenza”, visto che, allo stato attuale, conclude il vertice della categoria professionale, “non è dato sapere quali siano i termini finanziari dell’operazione, relativamente a capitale investito, valutazione del rischio, potenziali benefici economici, o potenziali perdite”.
Dal canto suo l’Ente previdenziale di medici ed odontoiatri che esprime il presidente dell’Adepp fa sapere che Enpam e le altre Casse pensionistiche dei professionisti “non acquisteranno azioni delle banche”, visto che già “nel mese di giugno 2016 il fondo Atlante ha rilevato le azioni Veneto Banca e Popolare di Vicenza“. Le Casse “non hanno partecipato a questa iniziativa e non hanno manifestato intenzione di farlo” ma sosterranno Atlante 2 per acquisire i crediti di difficile riscossione delle banche (in particolare quelli che Mps non sta riuscendo a vendere, ndr) e arrivare agli stress test del 29 luglio “con un piano d’azione e dei compratori potenziali contribuisce a ridurre il rischio di un’ondata speculativa contro il Paese”.