La realtà di Temptation Island è una realtà distorta, una non-realtà, una narrazione paracula di qualcosa che in realtà non esiste. È il problema sempre più stringente del genere reality e docu-reality, che ormai danza pericolosamente tra il vero e il verosimile
Finalmente una buona notizia, in questa estate balorda: Temptation Island, il reality show di Canale5, molto show e poco reality, ha chiuso i battenti con l’ultima puntata andata in onda mercoledì sera. Tra amorazzi estivi e corna perdonate, tra rotture umilianti e perdoni svilenti, le coppie date in pasto al pubblico trash e a tentatori e tentatrici, tornano finalmente a casa, alla vita reale, quella in cui devono fare un lavoro vero per sopravvivere.
Leviamoci il dente e riepiloghiamo l’esito per le coppie che hanno partecipato al programma: Ludovica e Fabio, come previsto, sono usciti insieme, nonostante la maretta delle ultime puntate; stesso lieto fine per Georgette e Davide, con quest’ultimo che “perdona” la sua fidanzata-gattamorta, protagonista di un rapporto molto stretto con il tentatore Claudio; per fortuna c’è Valeria, una delle poche con un briciolo di dignità ancora da difendere, che ha mollato Valerio attorno al falò, decidendo di uscire dal programma libera come un fringuello. Lui, il fidanzato fedifrago, prende una doppia tranvata: mollato dalla fidanzata e respinto anche dalla single Melissa, che a uscire dal programma con lui non ci pensa nemmeno.
Gli amorazzi veri o presunti targati De Filippi chiudono con 3,3 milioni di spettatori e il 19% di share, vincendo la serata e dimostrando di essere un programma forte nel palinsesto estivo. Una quantità che non corrisponde ad altrettanta qualità e che ci mette di fronte soprattutto a una domanda: quanto di quello che abbiamo visto nel corso della trasmissione è vero? A occhio, non molto. Soprattutto se tra tentatrici e tentatori single ci sono persone che single non sono e che stanno utilizzando questa occasione per lanciarsi nel magico mondo della tv. A settembre, per esempio, potremmo persino vedere qualcuno dei protagonisti di questa edizione sul trono di Uomini e Donne, a cercare l’anima gemella quando l’anima gemella c’è già, anche se non si può dire per ovvie esigenze di “carriera”.
La realtà di Temptation Island è una realtà distorta, una non-realtà, una narrazione paracula di qualcosa che in realtà non esiste. È il problema sempre più stringente del genere reality e docu-reality, che ormai danza pericolosamente tra il vero e il verosimile, tradendo la propria natura e, soprattutto, prendendo per i fondelli lo spettatore. Temptation Island è un pessimo programma che funziona benissimo. Una contraddizione solo apparente, visto che in tv spesso le cose vanno proprio così. L’assoluta mancanza di amor proprio dei protagonisti, spericolate facce di tolla che immolano la dignità sull’altare glitterato dello showbiz, paradossalmente può però essere di monito al pubblico. Esiste anche una tv pedagogica al contrario, che spiega allo spettatore, cioè, cosa non fare assolutamente nella vita. Ecco, proviamo a essere ottimisti, proviamo a pensare che i tanti telespettatori di Temptation abbiano imparato la lezione. Illudiamoci che sia andata così, questa edizione così povera di contenuti. Tanto il prossimo anno ci tocca di nuovo, non illudiamoci, perché considerando i freddi numeri, Temptation Island è andato benissimo. Per fortuna o purtroppo, decidetelo voi.