Una lettera anonima indirizzata al sindaco di Livorno Filippo Nogarin con l’immagine di due proiettili e l’avvertimento: “Sindaco, se non autorizza la discarica lo farà il suo successore. Ci pensi”. La discarica a cui si fa espressamente riferimento è quella situata a Limoncino, una zona collinare periferica: l’impianto di proprietà della Bellabarba Srl, non ancora entrato in funzione, è dal 2010 al centro di polemiche e inchieste giudiziarie. “C’è un procedimento giudiziario in corso, l’entrata in funzione della discarica non dipende certo dal Comune” precisano dallo staff del sindaco.

“Io credo che si tratti di uno scherzo di cattivo gusto – dichiara Nogarin – non avendone però la certezza sono stato costretto a divulgare la notizia e a rivolgermi a Digos e polizia giudiziaria, che hanno aperto un’indagine”. A esprimere “piena solidarietà” al sindaco è soprattutto la stessa azienda: “Siamo profondamente turbati, ci dissociamo totalmente da quanto accaduto” dichiara il titolare Paolo Bellabarba a ilfattoquotidiano.it. Solidarietà anche da parte del governatore Enrico Rossi, nelle ore scorse vittima di un’aggressione alla festa dell’Unità di San Miniato: “Indegna intimidazione”.

“Un atto folle che penalizza soprattutto l’azienda” – A dar notizia di quanto accaduto è stato lo stesso sindaco. La lettera – precisa una nota di Palazzo civico – è stata inviata due giorni fa ed è stata recapitata in Comune stamani. Nogarin si trovava a Milano ed è stato avvertito di quanto avvenuto dal suo staff: “La prima impressione è che si tratti di un pessimo scherzo – dichiara il portavoce Tommaso Tafi a ilfattoquotidiano.it – ma è comunque meglio allertare chi di dovere e tenere i riflettori accesi, non si sa mai..”. Bellabarba si dichiara “allibito“, poi evidenzia: “Questo folle atto ci imbarazza e penalizza soprattutto noi”. I legali dell’azienda in un comunicato parlano di “atto criminale che punta anche a gettare discredito sulla nostra società, che ha saputo conquistare la propria reputazione in oltre 40 anni di serio lavoro”.

Strada d’accesso, attesa per la sentenza d’appello – Il giudizio di primo grado emesso nel 2013 segna un punto a favore del comitato contrario alla discarica: l’unica strada che permette di raggiungere l’impianto è stata infatti ritenuta di natura privata, dunque non percorribile dai mezzi dell’azienda. L’allora giunta comunale di centrosinistra e la Bellabarba sono però ricorse in appello. L’amministrazione comunale, malgrado il cambio di bandiera, continua dunque a essere coinvolta: “E’ solo per continuità amministrativa che la giunta non è potuta uscire dalla causa” precisò Nogarin. La sentenza di secondo grado è attesa nelle prossime settimane: “Si è chiusa la parte dibattimentale – afferma Bellabarba – il fascicolo è arrivato sulla scrivania del giudice lo scorso 13 luglio: entro 60 giorni aspettiamo la decisione”. La mancata apertura della discarica ha messo in ginocchio l’azienda: “Sull’operazione avevamo investito 6 milioni di euro ma ora siamo in concordato liquidatorio. I nostri 38 dipendenti? Purtroppo siamo stati costretti a licenziarli”.

La presidente della Camera Laura Boldrini ha espresso la propria solidarietà su Twitter: “Grave intimidazione nei confronti del primo cittadino di Livorno. Al Sindaco Nogarin la mia piena solidarietà”.
Anche la sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha espresso la sua vicinanza al collega del M5s “Esprimo la mia vicinanza a @nogarin per la vile intimidazione ricevuta. Nessuno di noi si fermerà mai davanti a minacce di stampo mafioso”.

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