Attualità

Stragi in Europa, le teorie del complotto. Illuminati, feriti “comparse” e “false flag”

13 novembre 2015, 22 marzo e 15 luglio 2016. Parigi, Bruxelles e Nizza. Tre città europee vittime di attacchi terroristici con decine di morti. Ma in rete nascono video e pagine dedicati al complotto mediatico, alle trame dei governi tese a destabilizzare la popolazione. Tutto accompagnato da deduzioni fondate su interpretazioni personali, combinazioni esoteriche e sedicenti segni anticipatori. Eppure nulla è supportato da fact checking e prove concrete

di Eleonora Bianchini

La strage sulla Promenade des Anglais – 14 luglio 2016, Nizza. E’ il giorno in cui si ricorda la presa della Bastiglia, è festa in tutta la Francia. Il tir preso noleggiato da Mohamed Lahouaiej Bouhlel travolge decine di persone sulla Promenade des Anglais, provocando 84 morti. In rete circolano i video dei corpi a terra. Scomposti, sconvolti. Immobili. Eppure torna anche in questo caso il refrain di vittime “false”, di manichini posizionati ad hoc sull’asfalto “in posizioni improbabili”, di corpi che non sanguinano. Di ketchup sulle magliette per fingere che quelle persone siano morte o ferite. Commenti audio registrati sulle drammatiche immagini (che non postiamo) girate coi cellulari dai sopravvissuti. C’è addirittura chi contesta che quelli a terra fossero “maiali” e “cani“, che quelle sagome non potessero essere umane. Perché, come riporta il sito Nodisinfo, “i sionisti normalmente si rifanno ai maiali” per attaccare l’Islam. Quindi, per alcuni, sarebbe l’ennesimo attacco perpetrato e voluto dagli ebrei per dimostrare quanto la religione musulmana sia violenta, visto che l’attentatore – il cui padre era un fondamentalista – prima di venire ucciso dagli agenti ha gridato “Allah Akbar”. Bouhlel, peraltro, era a bordo di un mezzo che è stato crivellato dalle forze di polizia “ma che non sembra avere investito centinaia di persone perché non era sporco di sangue“.

Ma a circolare insistentemente intorno alla teoria del complotto sulla tragedia francese – e in particolare su un complotto ordito dai sionisti – è un nome. Si tratta di Richard Gutjahr, giornalista e blogger tedesco, che si trovava sia a Nizza sia a Monaco nel giorno dell’attentato al centro commerciale Olympia, dove Ali Sonboly ha ucciso nove persone. E’ Gutjahr l’autore del video in cui una moto affianca Bouhlel per cercare di fermarlo, ed è suo il video in cui il killer tedesco di origine iraniana spara ai passanti davanti al McDonald’s. A stupire ancor più della sua presenza sul luogo, però, sono le relazioni personali del blogger tedesco. E’ sposato con Einat Wilf, deputata della Knesset israeliana, ex agente del Mossad, che si definisce atea e sionista. “Coincidenze” che spingono i complottisti in rete a credere allo zampino dei servizi segreti israeliani, come scrive anche il sito Henrymakow.

 

A complicare il quadro, poi, si innesta la disputa istituzionale sui servizi di sorveglianza nella notte dell’attacco: l’antiterrorismo di Parigi ha infatti chiesto alla municipalità di Nizza di distruggere tutte le immagini delle telecamere a circuito chiuso che includono anche il momento della strage. Il motivo: evitare che quelle immagini – peraltro già acquisite dalle autorità – possano circolare ed entrare in possesso di soggetti non autorizzati. La richiesta, però, è stata rispedita al mittente. In più il capo della videosorveglianza, poi querelato dal ministro dell’Interno francese Cazeneuve, ha dichiarato di avere ricevuto pressioni per dichiarare che sulla Promenade c’era anche Polizia Nazionale. Che lei, però, quella notte non aveva visto. Punti sui quali è ancora si attende ancora di fare chiarezza ma che, al momento, forniscono spunti a chi è convinto che, anche nel caso di questa strage, si tratti di complotto.

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