In un'intervista al quotidiano Le Monde, il primo ministro francese sottolinea la necessità di avviare "un nuovo rapporto con l'Islam in Francia". Quanto alla lotta al terrorismo aggiunge: "Il mio governo non creerà un Guantanamo francese". Tre fermati per Rouen
Avviare “un nuovo rapporto con l’Islam in Francia” che passa dalla formazione degli imam da fare esclusivamente sul territorio nazionale e al divieto “nel corso di un periodo da determinare” di “finanziamenti esteri per la costruzione di moschee“. Il primo ministro francese Manuel Valls, in un’intervista al quotidiano Le Monde, torna a parlare degli ultimi attacchi di matrice jihadista che hanno colpito la Francia. E guarda alla comunità islamica con la quale “dobbiamo raggiungere un nuovo modello”. Punti che sono stati toccati anche dal ministro dell’Interno Alfano che al Senato, parlando delle espulsioni in Italia, ha esplicitamente fatto riferimento a “un modello italiano di islam“. I punti: “stop agli imam che arrivano in Italia avendo avuto una formazione radicale”, “predicazione in italiano” e tracciamento dei finanziamenti alle moschee.
Nel corso dell’intervista al quotidiano francese, Valls interviene anche sull’attentato nella chiesa di Rouen, riferendosi in particolare al 19enne Adel Kermiche, il primo killer identificato della strage, che era stato rilasciato dopo un anno di detenzione per avere cercato di raggiungere la Siria. Ma averlo rimesso in libertà anche se col braccialetto elettronico, ha detto Valls, è stato un “fallimento, bisogna riconoscerlo”. L’uccisione del sacerdote in Normandia da parte di due terroristi può sembrare una “guerra di religione”, ha continuato, ma ha insistito sul fatto che la risposta dovrebbe essere il rifiuto dell’odio e della demagogia, contro un nemico che “è un proto-stato incompleto, che ha sottomesso dieci milioni di persone”. Inoltre, ha aggiunto, “non voglio diventare colui che disprezzando tutto l’equilibrio dei poteri cade nella facile strada di incolpare i giudici per questo atto terroristico. Ogni decisione di questo tipo è molto complessa”. E ha ribadito di essere aperto a ogni proposta di miglioramento in misura di lotta contro il terrorismo, “sempre e quando non si infranga lo Stato di diritto“. “Chiudere per le persone in centri di detenzione con il sospetto come unica base è moralmente e giuridicamente inaccettabile – ha spiegato – E credo anche sia inefficace. Il mio governo non creerà un Guantanamo francese”.
Rouen, tre fermati. Nuovo video col secondo killer: “Uccideteli in massa” – Intanto proseguono le indagini sull’attacco alla chiesa di Rouen. Tre persone sono state fermate dagli inquirenti francesi. Uno di loro è un richiedente asilo siriano del centro d’accoglienza di Allier, secondo quanto hanno rivelato fonti vicine all’inchiesta al giornale La Montagne. Gli altri due fermati sono un cittadino francese di 30 anni, che sarebbe della cerchia familiare di Abdel Malik Petitjean, il secondo attentatore identifico, ed un ragazzo di 16 anni. Il minorenne sarebbe il fratello di un amico di Adel Kermiche che è partito per unirsi allo Stato Islamico nel marzo 2015. Altre due persone fermate per essere interrogate sarebbero state rilasciate.
Ed emerge anche un video, diffuso dall’agenzia dell’autoproclamato Stato Islamico, Amaq. Nel filmato uno dei due terroristi di Rouen esorta a nuovi attacchi contro la Francia e contro tutti i Paesi che partecipano alla coalizione internazionale contro l’Isis. Nel filmato di poco più di 2 minuti, il 19enne ha invitato i sostenitori dello Stato islamico “a colpire i Paesi della coalizione” come rappresaglia per “le migliaia di attacchi aerei sulle nostre terre”. Nel video inoltre, Petitjean, si rivolge direttamente al presidente François Hollande e al premier Manuel Valls. “I tempi sono cambiati. Soffrirete ciò che i nostri fratelli e sorelle stanno soffrendo. Stiamo per distruggere il vostro Paese”, dichiara l’uomo nel filmato. “Fratelli – esorta – uscite con un coltello, tutto ciò che è necessario. Attaccateli, uccideteli in massa”.