Secondo quanto riporta La Stampa il cantautore, che era stato anche intercettato al telefono con il suo commercialista, avrebbe dimostrato che alcune operazioni sul conto svizzero erano precedenti al 2008
Due milioni di euro in Svizzera e un’inchiesta per evasione fiscale. Era il febbraio dell’anno scorso e su Gino Paoli si scatenò una bufera che portò il cantautore a dimettersi dalla Siae. Oggi il quotidiano La Stampa riporta la notizia che l’inchiesta viaggia verso l’archiviazione perché se è stato accertato che i soldi erano davvero stati trasferiti fuori dall’Italia, allo stesso tempo non è possibile determinare quando il denaro – incassato in nero per esibizioni anche a feste di partito – è stato accumulato il tesoretto.
Quindi l’indagine sarà chiusa con una richiesta di non luogo a procedere per prescrizione. Il cantante, che tra l’altro era stato intercettato nell’ambito di un’altra indagine, lo scorso aprile aveva cominciato a trattare con l’Agenzia delle Entrate per chiudere la pratica per l’evasione da 800mila euro. Paoli avrebbe dimostrato che alcune operazioni sul conto svizzero sarebbero avvenute prima del 2008 ed è quindi impossibile datare la “dichiarazione infedele” contestata dalla Procura di Genova. Che quindi dovrà chiedere l’archiviazione.