La comunità islamica italiana ha accolto l’invito arrivato dall’Istituto di Alti Studi Islamici francese (Ihei) ad unirsi alla celebrazione della messa domenicale nelle Chiese d’Italia. A Roma la delegazione della Coreis (Comunità Religiosa Islamica italiana) è stata accolta dal parroco Don Gino Amicarelli alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme prima della Santa Messa. “Forse è vero che questa risposta arriva tardi – spiega Yahya Sergio Pallavicini, vice-presidente del Coreis -, ma c’è stata una degenerazione dell’islamismo estremista che ha attaccato qualcosa che per noi è ancora più orribile: uccidere un ministro del culto durante una preghiera”. “Chiediamo al governo Renzi di aiutarci a trovare una legittimità in termini di interlocuzione – conclude Pallavicini – per garantire all’Islam italiano una voce unica e dignitosa“. La risposta dei rappresentanti delle Comunità islamiche italiane è stata forte mentre non sono stati molti i musulmani che si sono uniti alla messa. Chi c’era però ha parlato chiaro: “Siamo qui – dice un fedele musulmano – per essere uniti ai fratelli cristiani e per dimostrare che l’Islam non è quello che vogliono far credere i terroristi”. “Non andrò alla Moschea” dice invece una cattolica mentre entra per la messa, riguardo all’invito fatto dal Presidente dell’Ucoii ai cristiani, perché “ho paura, non saprei in quale andare”
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