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Canone Rai, arrivano le prime bollette della luce ed è caos: cosa fare se l’addebito è sbagliato

Gli italiani stanno ricevendo le prime fatture con l'addebito di 70 euro. E si scoprono errori eclatanti: da chi ha pagato e non doveva al caso comune dei coniugi con più utenze. L'Agenzia delle Entrate cerca di placare i contribuenti rispondendo alle loro domande, ma per richiedere il rimborso occorre aspettare che il 4 agosto pubblichi un provvedimento ad hoc

Al caos non c’è mai fine, almeno quando si parla del canone Rai in bolletta. L’operazione, sbandierata come un metodo di riscossione più semplice perché la quota annuale, scesa a 100 euro, viene addebitata nella bolletta della luce, continua invece a rivelarsi un ginepraio. Come hanno segnalato Federconsumatori e Unione nazionale consumatori, in questi giorni stanno arrivando agli italiani le prime fatture elettriche, che però in tantissimi casi sono sbagliate. Chi non doveva pagare il canone, avendo presentato la dichiarazione sostitutiva, se l’è ritrovato in bolletta. E chi sta aspettando la fattura per adempiere al proprio dovere (la tv pubblica conta di ricavare 500 milioni di euro con l’azzeramento dell’evasione, che nel 2015 ha raggiunto quota 27%) è ora preoccupato di incorrere in qualche sanzione.

Insomma, la macchina organizzativa sta già dimostrando i primi intoppi, soprattutto legati al doppio addebito se il contribuente è intestatario di più di una bolletta elettrica. Considerando anche la mole di dati che devono essere intrecciati e passare tra Agenzia delle Entrate, Acquirente Unico e gestori dell’energia elettrica, meglio fare chiarezza su obblighi e rischi per chi non paga.

Addebito del canone nella fattura elettrica non corretto – L’Agenzia spiega, sia sul sito che sulla pagina Facebook (dove risponde abbastanza velocemente alle domande più gettonate), che se si ritiene sbagliato l’addebito del canone è possibile pagare la sola quota energia indicandolo nella causale di versamento. Chance che, tuttavia, hanno solo i contribuenti che pagano con il bollettino postale. Poi saranno le Entrate a effettuare i giusti riscontri sulle singole posizioni. Con un importante distinguo: l’insolvenza anche parziale del canone comporta il pericolo di un intervento di Equitalia, che potrebbe far scattare l’accertamento se il meccanismo di comunicazione con il fisco non dovesse funzionare. Mai, comunque, il mancato pagamento può comportare il distacco della fornitura di energia elettrica.

Nel caso in cui si avesse, invece, la domiciliazione bancaria, ci sono due strade da seguire. Se ancora non si è ricevuta la bolletta, si può bloccare in banca o alla posta l’addebito automatico in modo da poter controllare la fattura prima di pagarla. Se, invece, il pagamento è stato già effettuato, si potrà richiedere il rimborso del canone. Ma le modalità ancora non sono state definite. Serve un provvedimento ad hoc dell’Agenzia delle Entrate, che ha tempo fino al 4 agosto per pubblicarlo.

Bollette pazze – Nonostante l’invio della dichiarazione di non detenzione della tv (da quest’anno la dichiarazione non veritiera è punibile penalmente dagli 8 mesi ai 4 anni di carcere), sta anche accadendo che in molti abbiano ricevuto ugualmente l’addebito del canone Rai. Ma non di 70 euro bensì di 51,03 euro. Il motivo? In pratica, ai contribuenti la cui dichiarazione è stata inviata prima del 16 maggio (ultimo giorno per chiedere l’esenzione attraverso la compilazione del quadro A del modello (scaricalo qui), ma è arrivata all’Agenzia delle Entrate dopo quella data, è stato comunque addebitato il primo semestre di abbonamento alla televisione. Anche in questo caso bisogna aspettare il provvedimento delle Entrate per capire come richiedere il rimborso.

Non hanno, invece, molte possibilità di riavere indietro il balzello coloro che hanno compilato il modello con degli errori, come l’omissione di qualche dato anagrafico. Che la compilazione di questo modulo avrebbe creato un putiferio si era, però, già capito dall’inizio con il percorso ad ostacoli imposto tra condizioni, cavilli e clausole da rispettare. La richiesta di esenzione poteva, infatti, essere inviata in via telematica, su una piattaforma ad hoc dell’Agenzia delle Entrate, previa registrazione con il Pin o tramite una raccomandata da chiudere come un origami. E poche speranze di trovare una via più agevole ci sono state con la Pec: il 16 maggio la posta elettronica certificata era piena e rispediva al mittente il modulo. Tant’è che su 944mila possibili contribuenti esonerati dal canone Rai (stime Istat), solo in 817mila hanno inviato il modello, come ha spiegato il direttore delle Entrate Rossella Orlandi.

Chi, invece, non ha la tv in casa e si è dimenticato di inviare il modulo di esenzione, per quest’anno non può più fare niente: è costretto a pagare il canone. Ma per evitare di sborsare i soldi nel 2017, la domanda va presentata entro il prossimo gennaio.

Tempistica di invio delle bollette – Le fatture elettriche con la prima maxi tranche del canone Rai (70 euro) e la relativa scadenza di pagamento sono cominciate ad arrivare in questi giorni, ma ci vorranno circa 40 giorni per completare la spedizione a tutti gli italiani. I tempi sono dilatati, perché quella della luce è una tra le scadenze più variabili: dipende dal tipo di utenza, di tipologia di fatturazione (mensile o bimestrale), di mercato (tutelato o libero), di gestore, dalla modalità di pagamento (rid o bollettino) e dalla distribuzione territoriale. Quindi per ora i fortunati che ancora non avessero ricevuto il canone devono solo aspettare. Qualche remora potrebbe scattare solo alla fine di agosto. “Ovviamente in questo caso l’importo da pagare è diverso”, spiega Mauro Antonelli dell’Unione nazionale consumatori a ilfattoquotidiano.it. Che aggiunge: “Se l’importo semestrale è pari a 70 euro, chi riceverà la bolletta ad agosto ne sborserà 80, cioè la quota da gennaio ad agosto. Dal mese successivo andrà a regime l’accredito mensile”. Intanto l’Unione nazionale consumatori e Udicon hanno annunciato l’avvio del progetto “Canone tv in bolletta. Assistenza ai consumatori”, finanziato dal ministero dello Sviluppo economico, che per i prossimi 12 mesi assisterà i contribuenti attraverso sportelli fisici e online in tutta Italia.

Moglie e marito proprietari di seconde case – Il sistema farraginoso del canone rischia di far pagare più del dovuto nel caso comunissimo di coniugi appartenenti alla stessa famiglia anagrafica, ma titolari di diverse utenze elettriche per uso domestico residente. Detto che il canone è dovuto una sola volta per famiglia, per evitare il doppio addebito è però necessario compilare il quadro B della dichiarazione sostitutiva, indicando il codice fiscale da addebitare. Il termine ultimo per evitare il doppio addebito nei primi sei mesi del 2016 è scaduto, ma in questo caso nulla è perduto. “In attesa di conoscere le modalità per richiedere il rimborso del canone addebitato e non dovuto – spiega Antonelli – meglio ricordare che è sempre possibile inviare il modulo quadro B che blocca il rischio del doppio pagamento nei prossimi mesi”.

Intestatario della bolletta defunto –  Altro capitolo spinoso che mille dubbi sta sollevando è quello dei defunti che continuano a pagare il canone per via degli errori burocratici. Ma l’Agenzia delle Entrate è stata chiara: per non pagare due volte, gli eredi devono compilare il quadro B della dichiarazione sostitutiva, indicando il codice fiscale. Fermo restando che va fatta quanto prima la voltura della luce, visto che un contratto non può essere intestato a un defunto.

Nuove utenze elettriche – Nel caso si decidesse di cambiare fornitore di energia non occorre fare nulla: le rate saranno addebitate dalle due imprese elettriche, ciascuna secondo i periodi di relativa competenza, dal mese di attivazione della fornitura. Per conoscere l’importo, che varia in funzione del mese, si può consultare la tabella n.4 della Circolare delle Entrate.

Le speranze per i consumatori sono anche appese alla decisione della II sezione ter del Tar Lazio che il 2 agosto si esprimerà sulla legittimità dell’inserimento del canone in bolletta dopo che il Codacons ha avviato una dura battaglia contro la decisione del governo. Una bella notizia che potrebbe aggiungersi a quella arrivata dal Tar della Lombardia, che ha confermato il blocco degli aumenti della luce scattati il primo luglio spingendo l’Autorità per l’Energia a correre ai ripari contro i “comportamenti opportunistici” degli operatori sui mercati all’ingrosso.