Giustizia & Impunità

Fatture false per 8 milioni, pm Milano chiude inchiesta: tra indagati anche ex ad Publitalia

Venerdì scorso sono stati notificati gli avvisi di chiusura indagini ad alcune persone tra cui Fulvio Pravadelli, ex ad e vicepresidente di Publitalia, la concessionaria di pubblicità del gruppo Mediaset della famiglia Berlusconi. Tra i destinatari dell’atto anche Alberto Maria Salvatore Bianchi, amico di vecchia data del leader di Forza Italia e titolare della società milanese New Pubbligest

Il pm di Milano Giordano Baggio ha chiuso le indagini su un presunto giro di false fatture da oltre 8 milioni di euro che avrebbe permesso ad un mediatore nel settore pubblicitario di incassare quella somma senza svolgere, però, in concreto alcuna attività.

Venerdì scorso sono stati notificati gli avvisi di chiusura indagini ad alcune persone tra cui Fulvio Pravadelli, ex ad e vicepresidente di Publitalia, la concessionaria di pubblicità del gruppo Mediaset della famiglia Berlusconi. Tra i destinatari dell’atto anche Alberto Maria Salvatore Bianchi, amico di vecchia data del leader di Forza Italia e titolare della società milanese New Pubbligest e che, stando alle indagini, sarebbe stata il presunto mediatore fittizio, e uno stretto collaboratore e ‘factotum’ dello stesso Bianchi.

Secondo l’ipotesi del pm, che ha coordinato le indagini condotte dal nucleo tributario della Guardia di finanza, Publitalia, tra il 2008 e il 2013 e con il via libera di Pravadelli, avrebbe pagato, a seguito di false fatture emesse dalla società di Bianchi, provvigioni per operazioni inesistenti al mediatore, che svolge l’attività di promotore per spazi pubblicitari. Il tutto per un totale di circa 8,3 milioni di euro che sarebbero usciti dalle casse della società del gruppo Mediaset.

Inquirenti ed investigatori, avrebbero anche effettuato accertamenti su un contratto di comodato d’uso, firmato nel novembre del 2011, attraverso il quale Berlusconi, il cui nome non risulta nell’atto di chiusura indagini, avrebbe concesso l’utilizzo gratuito di alcuni beni a Bianchi. Beni che in passato erano di proprietà del professionista e che erano stati confiscati dalla magistratura, prima di essere acquistati dall’ex premier e poi ceduti, stando alle indagini, con quel contratto di comodato d’uso nuovamente a Bianchi.